27 feb 2009

CVD

Tempo fa dicevo: attento signor Englaro, lasci il Paese finché può, non gliela faranno passare liscia.

Puntualissimo arriva oggi l'avviso di garanzia: indagato alla procura di Udine per Omicidio Volontario. Su denuncia di un gruppo definito "Verità e Vita". 
Riporto, tanto per sottolinearlo, un passo delle dichiarazioni del cardinale Barragan, Ministro Vaticano della Salute (ogni tanto fa bene ricordarsi che il Vaticano è uno Stato sovrano straniero, con dei ministri veri e propri che non sono quelli di clericale significato, e quando parla lo fa con forza politica oltre che influenza dogmatica):
Se Beppino Englaro ha ucciso la figlia Eluana, «è un assassino» perché «ha violato il quinto comandamento che dice di non uccidere». «Abbiamo un comandamento, il quinto, che dice di non uccidere, chi uccide un innocente commette un omicidio e questo è chiaro. Se Beppino Englaro ha ammazzato la figlia allora è un omicida, se non l’ha ammazzata allora non è un omicida. Questo mi sembra totalmente chiaro».
Non commento oltre perché ho già detto troppo in questi mesi, ma mi pare che ci stiamo avviando verso un finale scontato e tristissimo.

18 feb 2009

Caro Walter

Ti dirò che di cazzate ne hai fatte.
Prima fra tutti la candidatura di Rutelli contro Alemanno per un posto fondamentale come la poltrona di sindaco di Roma.
E poi un sensibile numero di corbellerie quando sedevi al Campidoglio.
E il tacito avallo dell'indulto studiato dal vostro ministro Mastella. E tante, troppe mediazioni con la cosiddetta sinistra estrema e le sue posizioni assurde e distruttive.
Per arrivare al poco memorizzabile jingle delle elezioni (chi lo ricorda?) decisamente sbaragliato dal "Menomalechesilvioc'è" della concorrenza.

Però, però io ci credevo in te. Ti ho sempre concesso quell'onestà che non vedo da molte altre parti, in politica. Un'intelligenza profonda, anche se un po' fregnona - come se dice a Roma. Una simpatia innata che per un politico è importante. (Specie quando dall'altra parte c'è un sedicente "grande battutista"). Il PD era nato come progetto-salvagente, almeno così mi era sembrato... poi mi hai fatto cambiare idea. Quando hai messo alla porta i professionisti del Seggio parlamentare (De Mita, che goduria) e gli avanzi della diccì, almeno un bel po' di loro. Quando ti sei mostrato inflessibile coi radicali. Quando ti sei alleato con Di Pietro (one-man-party, tante belle idee ma nessuna competenza politica o dialettica per attuarle) senza proporre fusioni.
Quando hai continuato ad estromettere dal partito gentaglie varie di cui in precedenza non avevi modo di sbarazzarti.
Anche questo era il problema del PD. Una forte, fortissima identificazione col suo leader che vuoi o non vuoi si è sempre preso tutte le responsabilità. Anche grazie a dei validi quartiermastri che alla lunga si sono tutti rivelati piccoli o grandi giuda.
Ho detto volutamente "era" il problema del PD, perché a mio avviso il PD è finito. Ed è un bel problema per me e per gli italiani che un minimo fanno caso al Paese in cui camminano.
Te ne vai tu, e in sé è un gesto correttissimo. Forse addirittura nobile. Reso maturo dalle spallate dei tuoi finti alleati, dai dalemiani (D'Alema, cosa cazzo hai mai fatto per l'Italia?? ma te ne voi anna'?), dai candidati cretini nei quali hai riposto troppa fiducia, da Rutelli l'eterno babbeo che - ho scoperto da poco - avrebbe addirittura dei seguaci nonostante il suo carisma prossimo allo zero assoluto, e da quando è stato pietosamente mantenuto nel partito non fa che lamentarsi come un settantenne che rievoca i tempi suoi che in realtà non sono mai esistiti, con la lucidità di un pugile suonato.
Te ne vai tra gli sberleffi dei miracolati del PdL, primo fra tutti Maurizio Gasparri che se non fosse quel voltagabbana a metà che è (è furbo lui, non cambia partito ma cambia protettore come una mignotta, è sottilmente passato da sotto l'egida di Fini a quella più capiente e remunerativa di Silvio) sarebbe l'essere più fallito dell'Universo. Che affidano alle telecamere i loro commenti goliardici della serie "Datecene mille di avversari come Veltroni" contenti di stare sul carro giusto. Chissà Mastella come se la ride, o Capezzone. I migliori prodotti contemporanei dell'arte del trasformismo.
Te ne vai, e lasci un partito che non esiste più. Un  progetto che da come la vedo io non ha modo di continuare a dibattersi senza il suo principale promotore. Hai voglia a dire che ti dimetti per non coinvolgere il partito nel tuo "tramonto", perché spiegami chi dovrei votare io adesso al posto tuo.
D'Alema sta sempre dietro a muovere fili di non si sa quale immaginario Risiko alberghi nella sua mente, ma l'importante è tramare. Bersani? L'uomo simpatico quasi come i calcoli biliari con la sua costante espressione da "ma che cazzo dici" stampata in faccia?
O qualche altro signor nessuno di spessore come Franceschini o Enrico Letta? Ah beh.
Il centro-sinistra ha finito il suo lungo ciclo di disfacimento, e per l'Italia è davvero grave. Mi aspetto un rapido rimestarsi di piccoli partitini che confluiranno prima o dopo nel PdL, a pezzi o per intero. Come mosche che fuggono disordinatamente dalla pagnotta di sterco calpestata dallo zoccolo di un cavallo, per andarsi a posare sulla pagnotta più grande poco più in là.  E di qua chi rimane? Ferrero? coi la sua poetica di proclami improbabili per un comunista, per uno di centro, per uno di centrosinistra e pure per uno sano di mente? Casini? Da buon centrista troverà un buon compromesso per non perdere l'identità di partito e saltare comunque sul carro buffonesco dei vincitori. Tanto per giustificare il suo 5%.
Eppoi Di Pietro. Mi toccherà votare Di Pietro e fare il duro e puro come lui, ma di durezza e di purezza non si comanda in Italia (e nella quasi totalità del resto del mondo). Salvo la coscienza e mi rassegno ad annegare nel magma di ingiustizie legalizzate (prossime alla patente di "Giustizia", quindi) promosso dall'attuale maggioranza, perdendo la voce in velleitari strilli di indignazione.
O forse voto Berlusconi e comincio pure io a prendere per le natiche i poveri idealisti, che è più divertente.
Cari lettori, se ci siete ancora, ditemi qualcosa. La questione non è più chi cazzo ho votato ma... chi cazzo voto??

17 feb 2009

Telegrafico

Sono preoccupato. Velocissimo perché devo andare a casa.

Catastrofe PD in Sardegna grazie alla fine gestione d'immagine di Soru l'imprenditore/politico più amato dagli italiani. Un altro pezzo che si smonta.

Mastella alle Europee col PdL. Sono davvero sorpreso. Ma sempre molto preoccupato - già lo vedo seduto lì sul seggio europeo.

Veltroni si dimette e pare che non sia una mossa tattica. Può non piacere quanto volete ma adesso la fotografia dello sbando totale dell'unica alternativa esistente a "quegli altri" è proprio totale. Aiut, aiut.

Blackout al GF. E Marco ci informa che non tornerà con Lea. Ultima notizia, ma non meno importante. MA 'STI CAAAAAA...

13 feb 2009

L'Occhio della Tigre

Dunque, venerdì sera.
Esco di ufficio, è tardi e devo arrivare a casa il prima possibile per una serie di motivi che non ci interessano. Fa un freddo cane e le strade melmose della Palude Tiburtina sono spazzate impietosamente da quella che qui a Roma viene chiamata Gianna (tramontana). C'è da sapere che per arrivare a casa in tempo utile, ossia tra i quaranta e i quarantacinque minuti, devono cooperare una serie di fattori:
  1. che passi in fretta l'autobus per Rebibbia;
  2. che nei due minuti successivi parta la Metro dal capolinea;
  3. che la suddetta Metro arrivi a stazione Tiburtina circa quattro minuti prima della partenza del mio treno, e cioè a e 44 o a e 59;
  4. che il sottoscritto si faccia a passo deciso la doppia rampa di scale e il lungo corridoio che porta al binario.
Ecco, quando uno ha una scaletta del genere davanti, e mentre scende le scale che dal complesso di uffici lo portano in strada vede sfilare non uno ma ben due degli autobus utili per portare a termine il punto 1, diciamo che le balle ti possono girare. Ma anche no.
Perché se sei rotto a tutte le esperienze di queste cocenti delusioni ne hai già vissute parecchie, e allora ti avvii risoluto e senza passare dal Via alla fermata successiva - molto più prodiga di autobus, confidente che non ti passerà davanti quello giusto quando sarai esattamente a metà tra le due fermate. MA persino l'irrealizzabile può verificarsi. E allora scatti, e corri contro il vento che ti sferza la faccia come se avessi il demonio alle calcagna, e tra te e te sorridi perché sai che ce la farai: sali al volo sul mezzo, ti apri di corsa la giacca per non cominciare a sudare, e ti scaraventi contro una parete a smaltire il fiatone e cercare di evitare l'infarto.
La Metro, per giove, è proprio lì sul binario ad aspettarmi. Scendo le scale trafelato e mi infilo nel primo vagone disponibile per poi stravaccarmi in un sedile d'angolo a leggere il giornale gratuito della sera. Poi sfiga vuole che accanto a me si piazzi il più ingombrante Falso Magro del pianeta, imbacuccato come l'omino Michelin, che mi spalma contro la parete laterale.
Il prosieguo del viaggio è talmente comodo e piacevole che mi dimentico di tenere sotto controllo l'orologio... e quando arriva la mia fermata mi accorgo con rassegnazione che sono le 18:47 passate: troppo tardi pure per Superman. Si aprono le porte della Metro e sguscio fuori alla svelta ma nemmeno tanto, già sottomesso al giogo della Rinuncia. E qui però cambia tutto.
Perché in cuffia mi parte Eye of the tiger. E mi dico: Cazzarola, se non è un segno questo.
Sono tutto tranne che un centometrista, ma scatto tipo Figlio del Vento. La prima rampa di scale la faccio a due a due a lunghe falcate, poi la musica decolla e io comincio il mio zigzag nel corridoio; gli ostacoli sono tutti passeggeri indaffarati e controcorrente, ma li salto come birilli. Poi viene la piccola rampa in discesa, la curva a gomito praticamente in derapage e infine l'ultima salita: la lunga e terribile Spezzagambe che più di una volta mi ha lasciato senza fiato e con le ginocchia impacchettate. Ma stavolta ho le note dei Survivor che mi incalzano nelle orecchie, e so che ce la posso fare. Più avanti vedo passeggeri incauti diretti sul mio stesso treno che accelerano negli ultimi metri, e so che può voler dire una sola cosa: le porte sono aperte. E allora le energie mi si moltiplicano e divoro le ultime falcate come far fuori un piatto di pasta... ma, c'è sempre un ma.
Di fronte a me si para l'Ultimo Arrivato. Si guarda intorno senza saper bene cosa fare, se deve prendere un treno o un risciò, se deve andare a questo binario o all'altro, se nella vita deve fare il pompiere o l'incendiario. Sicuramente per ora fa il rompicoglioni.
Così d'amblais scopre che il suo treno è proprio quello che sta partendo lì, al binario 2, pochi metri oltre il passaggio dal quale sta sbucando. E allora corre, deo gratias, con me alle calcagna, e si appresta a raggiungere le uniche porte rimaste aperte dell'unico vagone non ancora sigillato. E poi che fa? Rallenta lui, piccino, chissà cosa gli passa per il cervello che gli concedo debba possedere, comincia a camminare. E il mio sguardo si fa assassino mentre le porte iniziano a chiudersi. Gli ci vogliono almeno sei-sette decimi di secondo per comprendere l'elementare legge della Fisica per cui se non alza le chiappe rimane fuori per sempre, e con lui me medesimo che lo tallono e non ho tempo di aggirarlo, solo che a quel punto gli converrebbe correre ma di brutto brutto brutto perché se lo prendo l'ammazzo di botte.
Anche gli animi semplici a volte compiono atti di eroismo: questo penso mentre lo vedo che ingenuamente si getta tra le fauci oramai quasi chiuse delle porte automatiche, e viene ciancicato senza complimenti; un macchinista pietoso, o chissà forse un meccanismo dall'intelligenza divina, riapre per un attimo gli sportelli e permette al tapino di rotolare dentro e a me che seguo ormai spompato di accodarmi a ruota e vomitare l'anima in pace nel ventre di vacca del mio vagone. Due secondi dopo, il treno parte.
Son soddisfazioni...

2 feb 2009

Report del 02-02-09

La Storia Infinita. Purtroppo mi riferisco al caso Englaro: come avevo anticipato, la questione è tutt'altro che risolta in un modo o nell'altro. Tra ministri che si producono in vere e proprie intimidazioni su strutture private senza alcun fondamento legale (ma una proposta di legge noo, signor Sacconi? se siamo così sensibili all'argomento? Eh no, più facile e meno impopolare così, nevvero?)  e il Vaticano che, come previsto, rincara la dose approfittando per ricordare chi è che deve comandare in uno Stato Laico (ma il vecchio date a Cesare quel che è di Cesare che fine ha fatto?) l'unica certezza è che tutto rimane sospeso. D'altronde sono 16 anni, che vuoi che sia anno più anno meno?

Radicali liberi. Liberi di fare e dire minchiate, come è sempre stato d'altronde, per fare quelli che vanno controcorrente a tutti i costi. Ma vorrei soffermarmi sull'ondata emotiva che accompagna sia le suddette minchiate, sul famoso "branco" di romeni stupratori. Magari mi sbaglio ma io 'ste iniziative non le vedo mai contro il professore sessantenne che estorceva sesso alle studentesse in cambio di voti. O contro i bellimbusti che volevano fare l'arrosto di barbone (immigrato che è meglio, guarda caso... ma NO, non dite che c'è l'aggravante xenofoba per carità). Ma pure semplicemente contro il nuovo "branco", che però stavolta se l'è presa con una coppia di romeni quindi alla fin fine va bene così anzi, bene bravi bis.

Facciamo i conti con l'Hostess. Perché la sig.ra o sig.rina Martani, famosa prima per aver sventolato (sorridendo goliarda) un bel cappio davanti ai giornalisti durante gli scioperi pre-CAI, e adesso per la sua partecipazione al Grande Fratello, i suoi conti se l'è fatti proprio bene. Ma quando mai tornerà a fare la hostess, se mai pure dovesse trovare ancora un posto di lavoro in Alitalia al ritorno? Ma vi sembra scema? E' risaputo che Mediaset offre asilo mediatico a tutti i suoi concorrenti per un bel pezzo, a suon di soldoni. Però la parte bisogna farla: e allora schieriamo il legale che si occuperà di farci capire quanto è difficile la scelta della cosiddetta "pasionaria" - dico, ma avete presente che significa pasionaria?? allo spessore della figura cui fa riferimento? Tutto questo mentre altri meno fortunati si battono (o pregano) per sperare di avere ancora il posto di lavoro. Ancora un altro grande esempio di vita.