28 mag 2009

L'Oscar della Citazione


Anche se non si è appassionati di cinema, capita di vedere film. Capitando questo, può accadere che una particolare frase ci si imprima nel cervello, uscendo fuori da lì in poi a intervalli asincroni attraverso le nostre labbra: si tratta della famigerata citazione. Oh meraviglia poi, quando ci accorgiamo che quelle parole fanno parte dell'immaginario di un'altra persona, o di dieci, o di mille, o di centinaia di migliaia. L'immaginario collettivo, insomma. Un po' magari subentra la delusione di non sentire più quella frase solo come nostra, ma più grande è la sensazione positiva di condivisione, almeno nella maggior parte dei casi. E così alcune proposizioni diventano leggenda: da "Domani è un altro giorno" a "Devi prendere quell'aereo", da "Sei solo chiacchiere e distintivo" a "Sono il signor Wolf, risolvo problemi". Da "Hasta la vista, baby!" a "Che la forza sia con te" a "Lunga vita e prosperità". Da "A un mio segnale scatenate l'inferno" a "Quando all'inferno non c'è più posto, i morti camminano sulla terra", a "Ho visto cose che voi umani non potreste neanche immaginare". Passando per i vari "Siamo in missione per conto di Dio", "Il cucchiaio non esiste", "Io so' io, e voi non siete un cazzo", "Io non sono cattiva, è che mi disegnano così" e via dicendo.
Insomma, tutte 'ste panzane per lanciare un sondaggino: ognuno dica la sua citazione preferita e vediamo che spaccato di cinema viene fuori, e quali sono le più ricorrenti. Invito TUTTI quelli che mi leggono (quei quattro o cinque) a metterci la loro perché se mi rispondono solo in due il sondaggio forse forse viene poco significativo ;)
Sono consentite fino a tre preferenze da tre film diversi, che verranno interpretate allo stesso piano tra di loro.
Vi attendo numerosi!


Comincio a mettere qualche risultato. Premesse: ho fatto rientrare "Frankenstein Junior" ed "Harry ti presento Sally" sotto il genere commedia anziché spaccare in parodia e commedia romantica, mentre "Spiderman" e "Il Corvo" (per il quale ho contato un solo voto) vanno sotto fantastico. Tarantino per me è un genere a parte, e andrebbe citato quasi per intero... ma se avete suggerimenti per incapsularlo dite pure. Per genere finora abbiamo:

Aggiornato al 15/06
  1. fantascienza (6)
  2. commedia (5)
  3. fantastico, drammatico (3)
  4. avventura (2), tarantino (2)

Seguono inoltre alcune considerazioni:

  • nessuna citazione votata due volte;
  • unico film con doppia citazione: Matrix (sci-fi)

25 mag 2009

Spazio, Ultima Frontiera...

Da bravo appassionato non potevo esimermi dallo spararmi in endovena l'ultimo Star Trek Movie, il primo da un regista di un certo spessore (JJ Abrams) sebbene estraneo all'universo . Le aspettative erano abbastanza alte, anche in virtù dei commenti critici positivi. Dirò subito che non sono state disattese.
Il primo commento in sala è arrivato da un gruppo alla mia sinistra, in cui il classico fan sfegatato sentenziava: "Come film d'azione e di fantascienza è notevole, come Star Trek è una schifezza" (ho edulcorato). Non sono d'accordo, ma proprio per niente... La premessa è che c'era bisogno di qualcosa di un po' diverso e Abrams ci ha messo pesantemente del suo. Senza esagerare, a mio avviso, e senza snaturare, ma anzi strizzando anche l'occhio a chi temeva che il nuovo prodotto avrebbe dato un taglio netto alle esperienze passate (che, diciamocelo, possono essere molto godibili per un appassionato ma dal punto di vista squisitamente tecnico/artistico non sono un granché).

Cominciamo col cast. La cosa più difficile era rendere credibili Kirk e Spock: operazione riuscita a metà con Chris Pine e invece azzeccata in pieno con Zachary Quinto (il Gabriel/Sylar di Heroes). Il bamboccio nei panni del capitano-cowboy, qui ancora cadetto, ce la mette tutta per fare il ribelle scanzonato fuori dagli schemi e ci riesce in parte, non avendo la presenza scenica di William Shatner (e forse nel doppiaggio italiano una voce un po' troppo infantile). Spock invece è sbalorditivo: l'attore, che si è presentato spontaneamente ai provini, ricopia fedelmente le movenze e la mimica facciale del giovane Leonard Nimoy (pure il mitico sopracciglio). I comprimari: eccellente Bones McCoy, sia nell'aspetto che nel carattere; un po' reinventati Checov e Scott (ma apprezzabili); niente da dire su Sulu; Uhura... beh, con tutto il rispetto per la cara vecchia (ormai) Nichelle Nichols, mi tengo questa tutta la vita ;) . L'Eric Bana antagonista (il capitano romulano Nero) lascia un po' il tempo che trova, è lo stereotipo del cattivo "per vendetta", pazzo di rabbia e non completamente condannabile. Scelta tranquilla e condivisibile per il capitano Pike, figura quasi mitologica protagonista di una lunga doppia puntata nella serie classica.

La Trama. Qui JJ Abrams dà subito prova di una certa intelligenza: non cerca di riscrivere storie già scritte (dopo tutto stiamo giocando col passato di Star Trek) ma ne inventa una sua infarcendola di citazioni dai precedenti lungometraggi (la Kobayashi Maru, i lumaconi che entrano in testa) e giustificando le libertà narrative con un artificio "tecnico", [SPOILER da qui in poi] quello del paradosso temporale - abusato ma sempre buono, che serve pure per ritagliare un cameo sostanzioso al vecchissimo Leonard Nimoy. Detto questo, lo sceneggiatore ci va giù pesantemente: fa a pezzi prima Romulus (nel futuro) e poi l'intero pianeta Vulcano (nel presente) sterminando quasi del tutto la razza dalle orecchie a punta, finanche una quasi irriconoscibile Winona Ryder nei panni della mamma di Spock. Coraggioso, molto, e non stento a credere che qui molti appassionati abbiano storto il naso: seguendo un telefilm non si è abituati a grossi cambiamenti - per la natura stessa del tipo di narrazione seriale che presuppone punti fermi. Ma Abrams rischia e prende decisioni difficili, riforgia l'universo di Roddenberry per poi arrivare allo stesso "inizio" (che per lui è la fine) seguendo un percorso diverso. Nel farlo lascia spazio a due-tre incoerenze mostruose per qualsiasi trama, che riporto di seguito.

Minchiatine sparse. Spazio, data stellare (o astrale come si diceva una volta) 2130 e rotti. Il facente funzioni di capitano George Kirk, mentre copre eroicamente la ritirata ai gusci di salvataggio, sente via radio la moglie che partorisce. Gioia e commozione, ma poi la fatal domanda: "Che cos'è?" "E' un maschio" dice lei solerte. Ma diciamo che sono una coppia di genitori all'antica e non volevano sapere il sesso in anticipo (che posso farlo pure io nel 2009). Due secondi dopo scopriamo che sono talmente all'antica che manco avevano pensato al nome. Troppo lavoro?? Degne di nota anche la katana telescopica di Hikaru Sulu (in dotazione nella tuta spaziale) che passerà alla Storia, e le impressionanti difese statiche e dinamiche del Sistema Solare (=nessuna): e vabbe' che Nero aveva i codici delle griglie di protezione ma una volta dentro quanto ci vuole ad accorgersi che c'hai il nemico sotto le chiappe? [FINE SPOILER]

Il giudizio finale è che il film è di ottima fattura, apprezzabile anche per non aficionados. L'azione è quasi continua e ben ritmata sia nelle scazzottate che nelle sequenze spaziali (qualcuno che si ricorda che nello spazio non c'è suono, amen). La trama ben congegnata ma in fin dei conti abbastanza semplice, scevra da colpi di scena alla Lost, per intenderci. Effetti speciali a go-go, cura dei dettagli tecnologici (bellissima l'interfaccia della console teletrasporto, peccato per quei LOCK in inglese) e del design delle astronavi (straordinaria la USS Enterprise old-fashion ma anche il colosso romulano). Per i trekkers: il mio suggerimento è non vi fissate sul dettaglio e guardate l'insieme, e soprattutto non cercate di ritrovare sapori antichi, forse anche troppo antichi. Questa è una cosa nuova.

L'augurio è che possano essercene altri, a dispetto delle serie bloccate per mancanza di fondi. E che possa essere guadagnato alla causa un nuovo pubblico. Come dire, Live Long And Prosper...?


15 mag 2009

La volta che do ragione ai leghisti

Dunque la notizia che ha fatto scalpore è la seguente: il sindaco (leghista, ma poco conta) di Caravaggio (BE) ha rifiutato la cittadinanza ad un egiziano sposato con italiana perché al momento del giuramento il suddetto non è riuscito a leggere la formula. Perché non sa leggere l'italiano.
E giù proteste: ma 'sti leghisti, i soliti razzisti, hanno i cervelli chiusi etc etc. E invece io dico: bravo signor sindaco Prevedini! Mi sembra più che giusto. La legge non lo prevede? Chissenefrega, anzi dovrebbe. E' banale, banale sul serio, che se vuoi la cittadinanza devi da parla' la mia lingua. Parlare e leggere, perlomeno: è chiedere tanto? Cioè, hai avuto il tempo di farti una storia e sposarti e non di imparare a leggere due parole su un pezzo di carta?
Pazienza, torna alla prossima.
Se poi volete dirmi che i tempi per la concessione della cittadinanza, una volta in possesso dei requisiti, sono biblici, posso essere d'accordo. Ma non mi sembra esempio di grande apertura mentale, o di politica multietnica o quello che vuoi, concedere la cittadinanza a chi non sa nemmeno la lingua del Paese a cui la richiede. E' semplicemente superficiale faciloneria mascherata da falsa magnanimità e liberalità.

13 mag 2009

Quello che non ci dicono

Invito tutti a verificare e se credete a diffondere quanto segue. Notizie a mio avviso degne di nota (scusate il gioco di parole) e sottaciute dalla maggior parte dei quotidiani, online e non. Tuttora se fate ricerche online ne trovate traccia solo su blog, siti di associazioni interessate e siti istituzionali.
DDL Gasparri Tomassini: la fine delle parafarmacie. Vi linko sia il testo integrale che il commento tecnico di parte (fatto dal Movimento Liberi Farmacisti). Ad ogni modo basta dare un'occhiata agli articoli 1, 5 e 9 per avere il quadro. In sostanza, dopo anni di fatiche e lotte e decreti Bersani, l'attuale governo fa una bella restaurazione: da una parte limita drasticamente i farmaci vendibili al di fuori delle Farmacie, dall'altra rende questi stessi vendibili solo in confezioni ridotte (in modo che i prezzi non siano competitivi), e senza la necessità del farmacista. Quindi svilisce in toto la vendita di questo sottoinsieme di farmaci, che potremo ritrovarci al bar assieme a sigarette ed alcool. Non contento, il pidiellino Saltamartini inserisce il seguente emendamento tanto per essere più chiari, direttamente nel DDL 1167 (dal titolo: Delega al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, nonché misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico, di controversie di lavoro e di ammortizzatori sociali. Ma che c'entra?). L'emendamento vieta chiaramente la vendita di farmaci da banco e per l'automedicazione agli esercizi che non siano Farmacie, salvo permettere a quelli già in vigore altri dieci anni di "libertà condizionata".
Il DDL 1167 (che altri non è che il disegno Brunetta) è passato alla Camera ed è al Senato da Marzo. L'avevate mai sentito questo specifico emendamento? E il DDL Gasparri-Tomassini? A me è arrivato per caso, da amici di amici, che avevano letto per caso un trafiletto su Affari&Finanza.
Non scendo nel merito dell'efficacia delle liberalizzazioni introdotte dal decreto bersani a suo tempo. La cosa preoccupante sono le misure prese di nascosto da questo governo. Ricorderete il baccano che ci fu al tempo dei vari pacchetti Bersani, con misure che andavano decisamente contro gli interessi di un colosso come Federfarma. La pezza, o pecetta come se dice a Roma, passa invece sotto silenzio.
D'altronde i blog servono pure per questo.

11 mag 2009

Quando tua figlia abbatte l'Enterprise...

Insomma, succede che io possegga un bel modellino di astronave "parlante". Non è un'astronave qualunque, è l'Enterprise NX-01, ovvero la prima Enterprise mai costruita secondo l'universo parallelo di Star Trek. Sì, sono un fan di quasi tutte le serie, e fino a poco tempo fa la mia NX-01 era immortalata lì, in volo, sul suo piedistallo sopra al televisore della sala. Ah, dimenticavo... perché parlante? Perché premendo la cupoletta sulla sommità del disco (si vede anche dall'illustrazione a fianco) si alternano una decina di suoni "tipici", dall'accensione dei motori a curvatura ai siluri fotonici al fuoco incrociato di phaser. Con grande concerto di lucine sia in prossimità del sensore principale (davanti alla sezione a disco) sia sulle gondole di curvatura (i due cilindroni lunghi e stretti). La mia adorata Superfiglia da tempo, incuriosita da quello strano monumento, si faceva portare in braccio vicino alla navicella e si divertiva a sentire i suoni spingendo la cupola col ditino. Papà faceva del suo meglio per condire ciascuna combinazione audiovisiva col concitato racconto della situazione tipo che avrebbe potuto generarla. Di recente, per semplicità, Papà staccava l'Enterprise dalla TV e la portava sul divano o sul tappeto, laddove più agevolmente illustrava alla piccola le storie dell'astronave, facendogliela volare intorno e integrando di propria bocca con onomatopee varie laddove il contributo tecnologico non bastava. La piccina si divertiva, specie quando riusciva a prendere in mano la navicella e a staccare le gondole di curvatura - poco male, si diceva il Papà, si riattaccano facilmente. Bonario, spiegava al suo tesoro che senza entrambe le gondole l'Enterprise non avrebbe avuto sufficiente energia per generare il campo di curvatura spazio-temporale, e avrebbe dovuto procedere per sempre coi motori a impulso.
D'un tratto però le cose cambiano: Ele prende in mano come di consueto la navicella, ma invece di straziarne le membra comincia a farla volteggiare in alto intorno a lei, simulando anche il sonoro ("brrrrummm"). Papà rimane senza parole, e la lascia fare... finché lei non decide che ha volato abbastanza, e la fa precipitare rovinosamente sul tappeto. CRACK. Il pezzo di piedistallo rimasto agganciato alla chiglia dello scafo si frantuma. L'astronave è illesa, ma mai più potrà tornare lì al suo posto sulla TV, fotografata in posa plastica.
Eppure, dopo un tuffo al cuore, Papà è contento... nonostante la catastrofe. Perché la sua piccola gioca con l'Enterprise come avrebbe fatto lui.
E che ci volete fa'.