Da bravo appassionato non potevo esimermi dallo spararmi in endovena l'ultimo Star Trek Movie, il primo da un regista di un certo spessore (JJ Abrams) sebbene estraneo all'universo . Le aspettative erano abbastanza alte, anche in virtù dei commenti critici positivi. Dirò subito che non sono state disattese.
Il primo commento in sala è arrivato da un gruppo alla mia sinistra, in cui il classico fan sfegatato sentenziava: "Come film d'azione e di fantascienza è notevole, come Star Trek è una schifezza" (ho edulcorato). Non sono d'accordo, ma proprio per niente... La premessa è che c'era bisogno di qualcosa di un po' diverso e Abrams ci ha messo pesantemente del suo. Senza esagerare, a mio avviso, e senza snaturare, ma anzi strizzando anche l'occhio a chi temeva che il nuovo prodotto avrebbe dato un taglio netto alle esperienze passate (che, diciamocelo, possono essere molto godibili per un appassionato ma dal punto di vista squisitamente tecnico/artistico non sono un granché).
Cominciamo col cast. La cosa più difficile era rendere credibili Kirk e Spock: operazione riuscita a metà con Chris Pine e invece azzeccata in pieno con Zachary Quinto (il Gabriel/Sylar di Heroes). Il bamboccio nei panni del capitano-cowboy, qui ancora cadetto, ce la mette tutta per fare il ribelle scanzonato fuori dagli schemi e ci riesce in parte, non avendo la presenza scenica di William Shatner (e forse nel doppiaggio italiano una voce un po' troppo infantile). Spock invece è sbalorditivo: l'attore, che si è presentato spontaneamente ai provini, ricopia fedelmente le movenze e la mimica facciale del giovane Leonard Nimoy (pure il mitico sopracciglio). I comprimari: eccellente Bones McCoy, sia nell'aspetto che nel carattere; un po' reinventati Checov e Scott (ma apprezzabili); niente da dire su Sulu; Uhura... beh, con tutto il rispetto per la cara vecchia (ormai) Nichelle Nichols, mi tengo questa tutta la vita ;) . L'Eric Bana antagonista (il capitano romulano Nero) lascia un po' il tempo che trova, è lo stereotipo del cattivo "per vendetta", pazzo di rabbia e non completamente condannabile. Scelta tranquilla e condivisibile per il capitano Pike, figura quasi mitologica protagonista di una lunga doppia puntata nella serie classica.
La Trama. Qui JJ Abrams dà subito prova di una certa intelligenza: non cerca di riscrivere storie già scritte (dopo tutto stiamo giocando col passato di Star Trek) ma ne inventa una sua infarcendola di citazioni dai precedenti lungometraggi (la Kobayashi Maru, i lumaconi che entrano in testa) e giustificando le libertà narrative con un artificio "tecnico", [SPOILER da qui in poi] quello del paradosso temporale - abusato ma sempre buono, che serve pure per ritagliare un cameo sostanzioso al vecchissimo Leonard Nimoy. Detto questo, lo sceneggiatore ci va giù pesantemente: fa a pezzi prima Romulus (nel futuro) e poi l'intero pianeta Vulcano (nel presente) sterminando quasi del tutto la razza dalle orecchie a punta, finanche una quasi irriconoscibile Winona Ryder nei panni della mamma di Spock. Coraggioso, molto, e non stento a credere che qui molti appassionati abbiano storto il naso: seguendo un telefilm non si è abituati a grossi cambiamenti - per la natura stessa del tipo di narrazione seriale che presuppone punti fermi. Ma Abrams rischia e prende decisioni difficili, riforgia l'universo di Roddenberry per poi arrivare allo stesso "inizio" (che per lui è la fine) seguendo un percorso diverso. Nel farlo lascia spazio a due-tre incoerenze mostruose per qualsiasi trama, che riporto di seguito.
Minchiatine sparse. Spazio, data stellare (o astrale come si diceva una volta) 2130 e rotti. Il facente funzioni di capitano George Kirk, mentre copre eroicamente la ritirata ai gusci di salvataggio, sente via radio la moglie che partorisce. Gioia e commozione, ma poi la fatal domanda: "Che cos'è?" "E' un maschio" dice lei solerte. Ma diciamo che sono una coppia di genitori all'antica e non volevano sapere il sesso in anticipo (che posso farlo pure io nel 2009). Due secondi dopo scopriamo che sono talmente all'antica che manco avevano pensato al nome. Troppo lavoro?? Degne di nota anche la katana telescopica di Hikaru Sulu (in dotazione nella tuta spaziale) che passerà alla Storia, e le impressionanti difese statiche e dinamiche del Sistema Solare (=nessuna): e vabbe' che Nero aveva i codici delle griglie di protezione ma una volta dentro quanto ci vuole ad accorgersi che c'hai il nemico sotto le chiappe? [FINE SPOILER]
Il giudizio finale è che il film è di ottima fattura, apprezzabile anche per non aficionados. L'azione è quasi continua e ben ritmata sia nelle scazzottate che nelle sequenze spaziali (qualcuno che si ricorda che nello spazio non c'è suono, amen). La trama ben congegnata ma in fin dei conti abbastanza semplice, scevra da colpi di scena alla Lost, per intenderci. Effetti speciali a go-go, cura dei dettagli tecnologici (bellissima l'interfaccia della console teletrasporto, peccato per quei LOCK in inglese) e del design delle astronavi (straordinaria la USS Enterprise old-fashion ma anche il colosso romulano). Per i trekkers: il mio suggerimento è non vi fissate sul dettaglio e guardate l'insieme, e soprattutto non cercate di ritrovare sapori antichi, forse anche troppo antichi. Questa è una cosa nuova.
L'augurio è che possano essercene altri, a dispetto delle serie bloccate per mancanza di fondi. E che possa essere guadagnato alla causa un nuovo pubblico. Come dire, Live Long And Prosper...?