26 apr 2010

La tassa preventiva

Lo sapevate?
Lo sapevate che in Italia esistono le tasse preventive?
E che roba è, diranno i meno informati. Ecco, è quel meccanismo per cui se, poniamo, comprate una mela e quella mela vale 1€, la pagate 1,2€ per coprire eventuali futuri furti di mele. Furti vostri, o di altri ovviamente. Sembra una stronzata eh?
E invece no, cari miei. Contestualizziamo. Già esisteva una tassa simile che incrementava il prezzo di cd e dvd vergini (cautelativa, la chiamano i produttori) per coprire anticipatamente le ingentissime perdite dovute alla violazione del diritto d'autore. Ma la sleccata finale al culo dei grandi marchi audio/video il nostro solerte Governo l'ha data a fine anno scorso approvando, nel famoso mille-proroghe dove son ricadute le peggio porcate ai danni dei cittadini italiani, l'estensione della tassa sull'equo compenso (equo???) a tutti i tipi di supporto destinati alla memorizzazione dei dati. Quanti ve ne vengono in mente? Vediamo... telefoni cellulari? Facile. Personal Computer? Sì. Hard-disk esterni? Giusto. Lettori mp3? Figuriamoci. "Chiavette" USB? Eh sì, pure quelle. Già partita la corsa al rincaro dei grandi produttori che non vedevano proprio l'ora. Ringraziamo il Vate Bondi (sì sì, quello che nasce comunista e finisce poeta della libertà), ministro dei Beni Culturali, per questo regalino.
E andiamo tutti a firmare la moratoria contro l'ennesimo latrocinio perpetrato ai danni dei consumatori.
Una riflessione: non voglio parlare qui dell'obsoleto concetto di Diritto d'Autore per come è inteso ad oggi, né di quanto il fenomeno della pirateria degli audiovisivi sia stato sensibilmente ridotto nell'ambito di tutti gli esperimenti di vendita mp3 online (alcuni gruppi musicali, tra cui calibri come i Radiohead, hanno addirittura reso disponibile gratis un album nuovo completo lasciando l'offerta libera).
Voglio parlare solo di quanto sia giusto, e sacrosanto, e direi pure legittimato, scaricare audiovisivi (senza pagarli) dagli appositi siti e programmi di file sharing. Per conquistare questo diritto, dopotutto, sborsiamo un po' tutti quanti ogni volta che acquistiamo uno dei suddetti articoli, ovvero oramai ogni volta che mettiamo il nasino in un negozio di elettronica. Paghiamo anticipatamente. Perché paghiamo? Per poterci poi scambiare senza più patemi musica e video a piacimento. Io la vedo così. Noo?
Grazie Sandro!

22 apr 2010

Lotta Comunista?

Ricordo che quando ero poco più che fanciullo (bell'incipit da sonno, eh? dai, resistete che sarò brevissimo) rimanevo interdetto di fronte a questi capannelli di giovini coraggiosi che all'Università, fuori dai licei, in metro, in autobus, persino fuori dai ministeri ti sventolavano un giornale sotto il naso e, discreti ma implacabili, ti dicevano: "Lotta Comunista!". Poi dopo stava a te gonfiare il petto e accettare - identificandoti come Anarco-Rivoluzionario, oppure gonfiare il petto e rifiutare sdegnosamente - identificandoti come Servo del Sistema, o far finta di non aver sentito e filartela all'inglese. Con un po' di vergogna.
In questi giorni vedo sovente, nei dintorni del palazzo delle Poste in Viale Europa, dei signori di mezz'età con la pancetta, chi coi baffoni chi stempiato chi tutt'e due le cose, che volenterosi ma compassati e quasi rassegnati ti chiedono: "...lotta comunista?". Con un fil di voce. Tiro dritto e manco gli rispondo, non sono credibili. Sembrano impiegatucci statali che nella mezz'ora di pausa mattutina vanno a mettersi in pace la coscienza vendendo un foglio che parla di lotta e rivoluzione fuori dal proprio stesso posto di lavoro. Salvo poi tornare a mettere timbri. Non ci sono nuove leve, menti fresche, sono le leve e le menti che erano fresche vent'anni fa e ora sono... scadute?
E' solo una riflessione, non mi sogno di criticare le persone, tanto meno le idee o le intenzioni. Almeno, non qui. Però, mi hanno messo il magone. Come cambiano i tempi...

20 apr 2010

"Salvate la Miosfera!"

Visto che c'è il divieto di riproduzione posso solo linkare questa splendida finestra sull'attualità dipinta oggi su Repubblica da un sempre più caustico, lucido e - ahimé - amaro Stefano Benni.

19 apr 2010

Curioso parallelo

E' raro che parli di calcio su queste pagine. Oggi mi è però balzata agli occhi una curiosa affinità tra due situazioni apparentemente unite solo da clima di grande disapprovazione che hanno generato: qualche giorno fa la famigerata vignetta di Staino sull'Unità che prendeva spunto dalla tragedia del presidente polacco per evocarne una simile sul nostro (così hanno detto puntando il ditino censore, a me è piaciuta molto e ho riso di cuore. Ma d'altronde, come dice il disclaimer in alto a destra, questo è un blog fomentatore del clima d'odio). L'altra, è la ripetizione dell'altrettanto immondo pollice verso di Francesco Totti dopo il derby vinto dalla Roma ieri sera (ne aveva già fatto uno al derby d'andata, eletto dai tifosi della Lazio a sprone dei propri beniamini nel pre-match, perché certe offese vanno vendicate). I giornalisti radiofonici che hanno commentato a caldo l'accaduto si sono affrettati a dissociarsi, a dire ma come, un personaggio come lui! assolutamente non possiamo condividere, un brutto gesto! Esci da questo corpo! Sul sito della Repubblica c'è un bellissimo sondaggio con 5 risposte: iniziano tutte con "Totti ha sbagliato" o similia. Bel sondaggio, bravi!
Famoso per esprimersi in punta di fioretto, il capitano giallorosso, che di certo in passato ha fatto di peggio.
Però spezzo una lancia in suo favore, anzi la scaglio addosso a chi l'ha messo all'indice. E non perché sono romano e romanista. Il gesto significava, in entrambe le sue edizioni, qualcosa di equivalente a "Andrete in serie B". Forse il più vecchio degli "auguri" calcistici, da quando esiste la divisione in massima serie e serie minore. Ecco, questo pernicioso insano monito avrebbe scatenato gli animi per l'ennesima volta. Non si fatica a collegare lo sfottò con le risse sul campo e fuori, con gli incendi, coi feriti. Pericoloso, pericolosissimo. Che ci sia qualcuno che va allo stadio per fare casino, non ci piove. Che i giocatori debbano ricordarsi che li guardano in tanti e non comportarsi come animali, non ci piove. Che l'unico "sfogo" lecito, legittimo, quasi connaturato a questo sport da quando è nato - prendersi per i fondelli - debba essere associato a tutto questo, eh no, non ci sto. Che gli avrà mai detto? Siamo mica ai livelli di "Non dite che Berlusconi è cattivo se no gli tirano le statuette in testa"? Se poi c'è gente che si sente profondamente offesa dal paventare che la squadra di calcio per cui tifa possa lasciare la massima divisione, beh... E' un problema loro. E se deve diventare un problema di qualcun altro, esistono le forze dell'Ordine. Esistono gli psichiatri e gli antidepressivi. Siamo nel 2010. (Non me ne esco con "ricordatevi che il calcio è solo un gioco" perché per molti non è così. Ma il fatto che non ribadisca l'ovvio non significa che non sia vero. E che non siano malati). Sfottersi è così, fa rodere perché è fatto apposta, ma non è violenza. E' l'apoteosi della non violenza, invece. E' criminoso che qualcuno lo faccia passare altrimenti, così come lo è che qualcun altro lo prenda come scusa per fare la propria, di violenza - quella vera. O che qualcuno, indubbiamente preda dei fumi del dopo-partita, chieda 10 giornate di squalifica come punizione esemplare. E ched'è? Gli ha staccato un orecchio a morsi? Considerato che per gravi offese all'arbitro o per aver spezzato una gamba a un avversario più di 5 giornate non si prendono.
Lo Sfottò, la Satira. Roba difficile da mandare giù, per chi ne è il bersaglio. Eppure indici entrambi, in differenti contesti, di civiltà. Valide alternative ad altri più maneschi consigli. Stateci.
Servirebbe un po' di senso della misura. Che di certo non è quello di coloro che lo invocano in questi giorni.

15 apr 2010

10 righe dai libri

Segnalo questa bella iniziativa online dal titolo eloquente. "10 righe dai libri" propone gli incipit scaricabili di alcuni testi in pubblicazione, d'accordo con case editrici come Curcio e Salani. In un periodo storico in cui il prezzo di copertina è quello che è, e non ci si può permettere di comprare "a caso", ben venga tutto ciò che aiuti il lettore ad orientarsi nel panorama congestionato dell'editoria italiana. E vista l'importanza degli incipit, come si discorreva con Guido in questo illuminato scambio di idee, nella maggior parte dei casi bastano poche righe o pagine per evitare perlomeno di prendere cantonate. La stampa ha notato l'iniziativa, che ha preso avvio su Facebook per approdare sul sito attualmente in fase di allestimento, il che fa ben sperare per il prosieguo della storia.
Ho come il sospetto che non vedremo mai roba di Mondadori o (ahimé) Feltrinelli, su questo sito. Mai dire mai, comunque... E in bocca al lupo.

9 apr 2010

Le gioie della paternità

Capita che tua figlia la mattina spalanchi la porta del bagno, entri (mentre tu sei seduto tranquillo a leggere "in der posto", leggere e tentare di fare altro) e ti dica: voglio salire. Tu la guardi un attimo da sopra gli occhiali, sorridi, posi il libro e la sollevi. E lei ti si mette a cavalcioni sopra, in una posizione perfettamente normale se non fosse che sei sulla tazza del cesso e non sul divano, e ti dice: "Leggiamo Gandalfff?". E tu apri il cassetto delle riviste, prendi uno degli opuscolini di accompagnamento alle miniature del Signore degli Anelli che cominciasti e abbandonasti tempo fa, e lo apri con lei. E guardate le figure insieme. E le dici per l'ennesima, meravigliosa volta chi è questo e chi è quello, e chi è cattivo e chi è buono, e chi è brutto e chi è bello, chi è Re, chi è Mago e chi è Orco. E chi è Elfo.
E sorridi.