22 set 2009

Faccio il cinico

Proprio ieri sera riflettevo sul comportamento delle istituzioni di fronte all'ultimo lutto della missione italiana in Afghanistan. In particolare sulla polemica relativa al famoso minuto di silenzio da osservare nelle scuole, diramato dal ministro Gelmini, e sul rifiuto più o meno ribelle - a seconda dei casi - di alcuni presidi. Proprio ieri, in particolare, discutevo con la mia paziente metà dell'insensatezza di tutto questo. Stamattina sul Corriere leggo che una preside romana ha fatto la mia stessa identica osservazione: ma allora i morti sul lavoro?
Sottoscrivo in pieno. E' una grossa baggianata. Giusti i funerali di stato, giusto il cordoglio etc, ma ricordiamoci sempre che stiamo parlando di militari volontari in zona di guerra. Gente consapevole che sa a che rischi va incontro. Gradirei che le Alte cariche, i ministri della Repubblica e compagnia bella elevassero il proprio cordoglio e il proprio monito in maniera doppiamente vigorosa nel momento in cui il povero operaio dell'acciaieria resta sotto una macchina (sempre nell'adempimento dei propri doveri, o no?) o muore tra le fiamme o soffocato dentro stanze infernali. E sta lì perché non può fare altrimenti, e non denuncia le condizioni di pericolo perché altrimenti perderebbe il lavoro, e va avanti nonostante tutto e non prende certo il bonus perché sta in zona di guerra. E per lui la fine dellla missione è la pensione, sempre che ci arrivi.
Potrà sembrare retorico cinismo. Io dico che è falso senso dello spettacolo quello che stanno mostrando le istituzioni - e qui davvero non c'è colore politico, sarebbe controproducente per tutti fare quelli controcorrente in queste occasioni.
(Lo so che qualcuno mi dirà che i soldati rappresentano la Nazione e quindi ciascuno di noi e blablablà. E allora perché ogni santa volta che succede una cosa simile tutti insorgono e chiedono di ritirare le truppe? Altra cazzata. Ci siamo presi un impegno, un impegno difficile certo, e questo impegno viene assolto da specialisti formati apposta, e cioè i soldati. L'impegno lo ha preso un governo espressione della volontà degli elettori, anzi più governi diversi, e gli elettori sono quelli che adesso a gran voce urlano di riportare indietro i loro ragazzi. Sarà un po' incoerente?)

17 set 2009

Il costo della cultura

Mi trovavo a riflettere l'altro giorno su quanto siano cresciuti i prezzi dei libri negli ultimi anni. E va bene che con l'euro si è raddoppiato tutto, d'accordo, ma ci sono considerazioni aggiuntive da fare.
Una volta, le "prime edizioni" avevano quasi tutte copertina rigida e sopracopertina, e costavano più o meno il doppio della rispettiva edizione economica che avrebbe visto la luce di lì a 2-3 anni. Adesso, vai a comprare una "prima edizione" di un qualsiasi romanzo di narrativa, di 250-300 pagine, e la copertina rigida non la trovi quasi più: c'è una veste editoriale carina, colorata, in rari casi plastificata, ma niente di tanto più costoso della relativa economica che seguirà DIECI anni dopo. Prezzo: sui 17 euro di media. Da Feltrinelli a Mondadori a Fanucci, fino alle case di editoria indipendenti.
Esempio pratico: il mese scorso acquisto un romanzo alla Feltrinelli, editore Marsilio: 17. L'altro giorno alla Mondadori (ogni tanto mi tocca) un libro Feltrinelli (e allora sei scemo, sì lo sono): 16.70 .
L'edizione economica viene ritardata ad arte o addirittura non viene messa in produzione finché "tengono" le vendite della prima, che tanto differisce dalla parente povera per pochissimi dettagli - a parte il prezzo di copertina, è ovvio.
Voglio dire. Io sono il primo a essere d'accordo se volete risparmiare sui materiali e blablablà. Però porca pupazza fateme risparmia' pure a me che vve do er pane, grazie.

14 set 2009

Come ti smonto l'informazione

  1. Comincio col suggerire con convizione agli imprenditori di non fare pubblicità su quotidiani eversivi come La Repubblica;
  2. Rimetto Feltri alla guida de Il Giornale. Il fedele falchetto mi si scaglia così in rapida successione contro gli Agnelli (prendo le distanze dall'imprenditoria ladrona della quale assolutamente non faccio parte), Boffo (che aveva osato mettere in dubbio la mia moralità: tolto di mezzo), Fini (che ha rotto i coglioni sul serio con queste polemiche, lui è ancora in progress) e i quotidiani che si sono permessi di calunniare la mia augusta persona;
  3. Querelo Repubblica e L'Unità, strumenti nelle mani di una frangia di eversivi estremisti che ormai hanno in pugno la carta stampata. A questo proposito, ribadisco in occasioni ufficiali che solo le (mie) televisioni diffondono la corretta informazione, e minaccio giornali stranieri (eversivi pure loro) come El Paìs sventolandogli di fronte lo spettro del fallimento;
  4. Basta editti bulgari. Se ne è parlato fin troppo. Mi faccio più furbo: in silenzio, pian pianino, gli scavo le voragini sotto ai piedi e faccio in modo di togliere di mezzo programmi come Report, Annozero e - per buttarla in caciara tanto questi non fanno male a nessuno - Che tempo che fa. Ma in generale cerco di cambiare i vertici di Raitre così mi tolgo di mezzo pure la Dandini in seconda serata e tutti gli altri comunistelli sopravvissuti. Tanto il PD dorme, o meglio è impegnato a eleggere internamente il prossimo fallito.
  5. E poi comincio a fare gli sgarbi a Ballarò, quel Floris che fa tanto l'equilibrato ma in fondo in fondo è un cattocomunista come tutti gli altri: sguinzaglio Vespa sulle tracce delle mie panzane sul terremoto (così approfitto per ricordare agli italiani boccaloni quanto sono figo) e con la scusa faccio slittare la prima puntata del quattrocchi. Come sono astuto.
firmato,
S.B.

7 set 2009

Della Loggia non c'hai capito niente

...e mi sono pure tenuto.
Mi riferisco a questo autorevole commento sui fatti degli ultimi giorni, uscito sul Corriere di oggi. Citando testualmente la conclusione, l'eminente emerito sentenzia che vabbe' che il Cavaliere è un monellaccio, ma
Con la stessa sicurezza, pe rò, si può dubitare fortemente che rientri tra i compiti della libera stampa l’organizzazione di interminabili, feroci campa gne giornalistiche, non già per invocare - come sarebbe sa crosanto - che i reati even tualmente commessi dal presi dente del Consiglio siano per­seguiti (dal momento che nel suo libertinismo di reati non sembra esservi almeno finora traccia), ma per chiedere di fat to le sue dimissioni, adducen do che egli sarebbe comun que, per il suo stile di vita, «inadatto» a ricoprire la carica che ricopre. In una democra zia, fino a prova contraria, de cidere se qualunque persona è adatta o inadatta a guidare il governo, non è compito dei giornali: è compito degli elettori e soltanto degli elettori. Anche se la loro decisione può non piacere.
E pure tu non c'hai capito, diciamo, una mazza. O non vuoi capire. Perché pure tu ti dimentichi che il monellaccio si è venduto le candidature alle escort, cioè alle mignotte, in cambio non già (o non solo) di denaro, ma di prestazioni sessuali. E dai che ti soffermi sull'importanza del gradimento degli elettori, come se qualcuno davvero lo mettesse in dubbio. Berlusconi viola la legge, l'ha sempre violata e continuerà a farlo. I fatti sono davanti a tutti eppure ogni giorno spuntano ernesti galli della loggia a ribadirci che i giornalisti sbagliano ad additarlo come uno che occupa indebitamente e indegnamente la sua carica.
Ma va', va'...

3 set 2009

L'autorevole parere del nemico

Quello che fa veramente male quando vai a leggere il Giornale (sì, quello fondato dalle mani grinzose di Montanelli e ora nelle manine curate di Feltri) non sono tanto gli articoli. E' l'unico quotidiano fatto solo di editoriali, ossia di articoli opinionistici, e vabbe'. E' l'unico quotidiano che si riconosce aprendo una qualsiasi delle prime pagine, dal tenore picaresco dei titoli.
Quello che davvero colpisce al cuore sono i commenti dei lettori. Non guardateli, non leggeteli o davvero c'è da mettersi le mani nei capelli, chi ce li ha.
ora silvio e' stato votato da quasi 13 milioni di italiani..quindi va da se che se lei insulta lui insulta anche questi 13 milioni.. ..ma voi sinistri chi credete di essere.?? I MIGLIORI.??
Ecco, io sono un po restìo a dare credito a questo teorema, che poi è lo stesso propugnato da Berlusconi: che avendo avuto lui la fiducia della maggioranza degli italiani ha evidentemente stabilito un contatto intimo e profondo con ognuno di questi 13 milioni di individui tale che ogni affronto nei suoi confronti automaticamente si trasmette a mezza italia tipo stigmata. Il corollario poi è che in virtù dell'investitura lui può fare un po' come cazzo gli pare, ma d'altronde non è questo il significato di Libertà, Partito della ?
Ma se anche fosse sai che ti dico?
Che se son tutti come questi commentatori qui, mi sento confortato nell'insultarli tutti e tredicimilioni.

PS Dubbio dell'ultim'ora. Ma non è che votando Silvio, sempre per opera della stigmata che si acquisisce, oltre a offendersi quando lo insultano si prova piacere quando tromba? Perché se è così si spiegano taaaaante cose...