Proprio ieri sera riflettevo sul comportamento delle istituzioni di fronte all'ultimo lutto della missione italiana in Afghanistan. In particolare sulla polemica relativa al famoso minuto di silenzio da osservare nelle scuole, diramato dal ministro Gelmini, e sul rifiuto più o meno ribelle - a seconda dei casi - di alcuni presidi. Proprio ieri, in particolare, discutevo con la mia paziente metà dell'insensatezza di tutto questo. Stamattina sul Corriere leggo che una preside romana ha fatto la mia stessa identica osservazione: ma allora i morti sul lavoro?
Sottoscrivo in pieno. E' una grossa baggianata. Giusti i funerali di stato, giusto il cordoglio etc, ma ricordiamoci sempre che stiamo parlando di militari volontari in zona di guerra. Gente consapevole che sa a che rischi va incontro. Gradirei che le Alte cariche, i ministri della Repubblica e compagnia bella elevassero il proprio cordoglio e il proprio monito in maniera doppiamente vigorosa nel momento in cui il povero operaio dell'acciaieria resta sotto una macchina (sempre nell'adempimento dei propri doveri, o no?) o muore tra le fiamme o soffocato dentro stanze infernali. E sta lì perché non può fare altrimenti, e non denuncia le condizioni di pericolo perché altrimenti perderebbe il lavoro, e va avanti nonostante tutto e non prende certo il bonus perché sta in zona di guerra. E per lui la fine dellla missione è la pensione, sempre che ci arrivi.
Potrà sembrare retorico cinismo. Io dico che è falso senso dello spettacolo quello che stanno mostrando le istituzioni - e qui davvero non c'è colore politico, sarebbe controproducente per tutti fare quelli controcorrente in queste occasioni.
(Lo so che qualcuno mi dirà che i soldati rappresentano la Nazione e quindi ciascuno di noi e blablablà. E allora perché ogni santa volta che succede una cosa simile tutti insorgono e chiedono di ritirare le truppe? Altra cazzata. Ci siamo presi un impegno, un impegno difficile certo, e questo impegno viene assolto da specialisti formati apposta, e cioè i soldati. L'impegno lo ha preso un governo espressione della volontà degli elettori, anzi più governi diversi, e gli elettori sono quelli che adesso a gran voce urlano di riportare indietro i loro ragazzi. Sarà un po' incoerente?)