17 dic 2008

Non solo panettone!

Giusto per ringraziare una cara zietta di Eleonora, che quando si mette in testa una cosa prima o poi la porta a termine con innegabile successo ^_^ .

11 dic 2008

E invece ci ritorno

Io sono molto critico con la cultura omosessuale maschile, che essendo tanto glamour va parecchio d'accordo con i media di tutti i tipi. Come dicevo altrove, sono pure uno di quelli che alla vista di due maschietti che si baciano sono fortemente tentati di chiudere gli occhi e non riescono a reprimere un brivido sulla nuca. Sono pure fra quelli convinti che una coppia omosessuale non abbia i requisiti per fare da genitori ad un bambino. Per finire, avevo già scritto ieri che c'era poco da dire sulla censura operata dalla RAI ai danni de I segreti di Brokeback Mountain, condannata più o meno unanimemente da tutte le parti. E invece oggi m'è caduto l'occhio su un sondaggio del quotidiano gratuito City, uno di quei sondaggi a cui si risponde via SMS. La domanda fatidica era se fosse nel giusto o meno la RAI in questo frangente.
Il 40% dei messaggi di risposta, forse 45%, era su questi toni: ma quale censura? bisogna proteggere i nostri bambini dalle anomalie di natura / hanno fatto bene, i nostri bimbi vanno protetti dalle perversioni e dallle volgarità / a me i froci fanno schifo. Sapevo già che il trend era in netto cambiamento, sia chiaro: chi prima si nascondeva ora viene allo scoperto, e le nuove generazioni sono molto più sensibili della mia al fascino del nazional-socialismo e delle teorie a supporto. Però leggerlo così, esplicitato da una percentuale così alta del campione, mi ha colto di sorpresa. Potrei per l'ennesima volta ripetere che trovo assurdo come tutti questi genitori preoccupati per l'equilibrio naturale (!) dei propri figli non abbiano nulla da ridire su quello che si vede tutti i giorni di pomeriggio (e non in seconda serata) sulle reti nazionali. A quanto pare il sesso gratuito commerciato nei vari contenitori pomeridiani va benissimo - anzi come insegna Silvio l'uomo macho che concupisce tante donne (di facili costumi) alla luce del sole fa figo e aiuta nei G8. La volgarità verbale e visiva della maggior parte dei programmi di intrattenimento ci sta bene. L'omosessualità femminile appare talmente "naturale" che nessuno (nemmeno i suddetti genitori preoccupati) ha mai levato l'indice a condannarla, ma non mi sembra sia così diversa concettualmente da quella maschile. Potrei ripetere tutte 'ste cose, e argomentarle, ma temo sarebbe inutile e non ho tutta la giornata a disposizione.

(L'ironia della sorte è che la RAI, sapendo già il vespaio che avrebbe sollevato, si è ben guardata dal sostenere ragioni censorie: anzi, ha addotto improbabili motivi tecnici ed ha assicurato tutti che avrebbe mandato in onda la versione integrale a breve. Della serie: so che la mia posizione è indifendibile, la butto in caciara e faccio promesse che non manterrò così salvo capra e cavoli).

Notina al margine. Tradotto con un po' di fantasia ma non troppo, Brokeback = "rotto dietro". Ma cercarsi un'altra montagna questi noo? ^_^

10 dic 2008

Report del 10 dicembre

Si tromba solo sull'Isola. Abbiamo scoperto che le effusioni omosessuali maschili in seconda serata in RAI non possono andare. Ne è stato detto di tutto di più, aggiungo solo che (pur essendo io uno di quelli a cui darebbe fastidio) evidentemente è più facile tagliuzzare un film da tre Oscar, un Leone d'Oro e diversi Golden Globe piuttosto che sbarrare la strada alle puttanelle in prima serata (e pomeriggio) della Ventura. Per dirne una.

Oggi interroghiamo... Il deputato leghista Salvini ha fatto un'interrogazione parlamentare perché il suo account Facebook è stato sospeso senza spiegazioni. E si vanta pure che forse aveva usato troppo il famoso social network durante un lungo intervento "di ostruzionismo" della Sinistra in una seduta. Cioè, giocherellava su Facebook durante la seduta in Parlamento, perché poverino si annoiava. Prenderà la pensione da parlamentare anche per questi atti eroici.

Ma un bel calcio in culo per noia? Perché si annoiavano, i piccini. Che avranno mai fatto di male quando hanno procurato 6000 euro di danni alla stazione ferroviaria di Avigliana, presso Torino. Così rispondono agli agenti. Così li giustificano alcuni genitori. Suvvia, che sarà mai, non hanno mica picchiato qualcuno. Questa della noia oramai è la giustificazione per eccellenza dei teppistelli della medio-alta borghesia cittadina, da quelli che distruggono le strutture pubbliche a quelli che bruciano barboni. (Ai deputati che giocherellano su Facebook in Parlamento, vedi sopra). Si potrebbe tenerli impegnati a calci nel sedere, mentre spazzano le strade tutte le mattine alle cinque.

Quelli che mastellano. Per due settimane consecutive, facendo zapping alla domenica, ho intravisto Mastella come inviato speciale della Ventura a "Quelli che... il Calcio". Il pluri-indagato dittatorino di Ceppaloni ha trovato lo sponsor per tornare alla grande nel giro che conta, e lo fa facendosi pagare (da noi) per intervenire nel contenitore domenicale che fu (ahimé) intelligente e garbato programma di sport e intrattenimento by Fabio Fazio, ed è stato trasformato dalla solita Supersimo in una martellante (mastellante?) vetrina di mignotte, volgarità assortite, pseudo-opinionisti del Kaiser. La domanda più ricorrente delle ultime puntate è stata: ma insomma avete trombato o no sull'Isola? Vedi punto uno.

Note positive. Linko Aldo Grasso per l'ennesima volta, in questo frangente perché riporta l'ultima esilarante fatica di Checco Zalone - vero astro nascente nel piatto panorama della comicità italiana. Umorismo maestoso. Ce ne fossero altri.

29 nov 2008

Vespa uber alles

Proprio due righe per rimandarvi all'ultimo articolo del mio (ormai) mito Aldo Grasso.
Dedicato a Porta a Porta, e a come il buon Vespa si adegua al suggerimento dall'Alto di spargere ottimismo anche in mezzo alle stragi o alle crisi.
Buona lettura!

27 nov 2008

Che brutta fine

Sarò violento.
Perché da sempre cerco di autoimpormi di non parlare di reality. Di non dare troppa importanza, almeno in questo spazio, alla tv spazzatura. Però è dall'altroieri che me la tengo e quindi, qui e adesso, la rigurgito.
Parliamo della sfolgorante vittoria di Vladimir Luxuria all'Isola dei Famosi (e già mi vengono le bolle).
Personaggio estremamente intelligente e furbo che ha fatto dell'ambiguità il suo stile di vita. Attore/trice/gli/le/loro, show-girl/boy/etc (e in quanto tale attivissimo sponsor di sexy-shop), opinionista (e meno male che questa non è declinabile) e, grazie alla scriteriata opera della defunta estrema Sinistra, parlamentare italiano. (a/gli/le). E lasciamo perdere che a mio parere per rappresentare la repubblica italiana ci vorrebbe la dignità di spogliarsi un pochettino delle proprie ambiguità: sarebbe stato come chiedergli di smettere di respirare. E lui(/lei/gli/loro) da questo punto di vista è sempre stato molto coerente. Senza contare che i Rifondatori non l'avrebbero mai candidato perché avrebbe perduto il suo appeal trasgressivo.
Ma non è di questo che volevo parlare: soffermiamoci invece sulle sparate penose del sig. Ferrero, segretario di Rifondazione. "E' il nostro Obama, si candidi". Perché, sapete, la politica tutta ha commentato il grande evento, chi positivamente (per non perdere i voti dei suoi elettori) chi meno (per lo stesso motivo).
Cioè.
Il risultato di uno degli show più nefasti che mai la TV italiana ricordi, è assurto ad argomento di dibattito politico.
(D'altronde si tratta del programma di punta della televisione nazionale. Grazie a milioni di rincoglioniti che se lo guardano).
E' con un misto di compassione e rabbia sorda che guardo come si è ridotta la Sinistra, o sedicente tale, italiana. Contenti come se avessero vinto le elezioni. Contenti come una banda di beoti. Ma guardate come si attaccano, disperati, al mediatico successo del loro ancor più mediatico pupillo(/a/gli/le) cercando di strappargli una candidatura alle europee e sventolando paragoni che solo una mente obnubilata da droghe potrebbe concepire. Ancora una volta sono costretto ad ammettere che vi meritate fino in fondo la fine che avete fatto. Luxuria, dal canto suo, si è pure permesso di fare il signore(a/gli/le) e dire che dopo gli ultimi deludenti risultati non si ricandiderà: si dedicherà al teatro e a scrivere libri di favole transgender per bimbi. (Ma che vor di'???).
Che nostalgia dei comunisti veri, quali ancora vi proclamate. Detto da un conservatore prestato al centro-sinistra, suggerisco di rinfrescarci le idee col bellissimo testo di Giorgio Gaber: Qualcuno era Comunista. Gustatevelo tutto, ché ne vale la pena.
Mi gaso persino io che sono tutto tranne che comunista.
E alla fine torno a intristirmi.

25 nov 2008

E i Galeazzo??

Insomma, dice questo segretario regionale della Fiamma Tricolore in Basilicata: chiamate i vostri bimbi Benito o Rachele, e vi beccate il bonus bebè di 1500 euro. Provocazione? No no. Proposta seria, dice il sig. Mancusi. E rilancia: siamo disposti a venirvi incontro se proprio volete chiamarli Giorgio o Assunta.
L'encomiabile iniziativa serve a risolvere l'annoso problema dello spopolamento dei comuni lucani. Con un occhio alla tradizione, ovviamente.
E qui io dico: benissimo, basta che i soldi ce li mettano loro. Però mi chiedo: e io che da sempre avrei voluto chiamare mio figlio Galeazzo? o quasi meglio, Adolfo? E che dire di Edda e anche volendo HiroIto (tuttattaccato, perché il primo Alleato non si scorda mai) ?
A me 'ste discriminazioni mi hanno sempre disgustato. Uffa.

17 nov 2008

Telegrafico su magistratura e politica

Solo per inaugurare la nuova deliziosa categoria di questo blog: Vomitown. Che come tale basta da sola a riassumerele mie impressioni sui fatti dettagliatamente raccontati in questo interessante articolo di Rizzo & Stella (quelli per intenderci che hanno scritto "La Casta") sul Corriere odierno. Buona lettura.

PS Per dovere di catalogatore, alcuni articoli già presenti sul blog rientreranno retroattivamente nel nuovo raggruppamento.

15 nov 2008

"Papà!" - Burp...

Proprio due parole.
Insomma, è successo ieri. In camera da letto. Lei provava a gattonare sul lettone (ancora ha qualche difficoltà) e io facevo il tifo. La mamma era in bagno. A un certo punto Ele alza la testa e mi guarda; io: "Dimmi tesoro, di' tutto a papà" (finalmente in questi mesi ho capito perché i neo-genitori cominciano a parlare in terza persona come Yoda, o come due cretini). E lei sorride: "Pa-pà...". Io c'ho un attimo di scompensi interni vari, finora così bene non l'ha mai detto. "Com'è che hai detto scusa?" ribatto con la voce più alta di qualche decibel del normale. E lei ribadisce! "Pa..." e vomita sul piumone.
Ora, non che disavvanture simili non siano capitate anche a me in tempi non sospetti - la mia dolce metà, e fors'anche Serena, si ricorderanno un mio memorabile exploit sul piumoncino della loro stanza per tentare di fare colpo sulla suddetta metà; tuttavia una serie di teorie su cosa potrebbe aver tentato di comunicarmi la mia superfiglia le ho messe a punto. Nessuna di esse è granché lusinghiera. Ma la realtà è che non digerisce lo yogurt...

14 nov 2008

Sarà finita davvero?

Caso Englaro. La Cassazione, dopo anni di travaglio giudiziario, ha dato la sentenza definitiva: si può staccare l'alimentazione.
Un commento glielo devo, visto che ho seguito la questione in almeno altri due interventi (uno e due).
Non mi voglio soffermare più di tanto su come la penso: mi sembra un caso più che acclarato di accanimento terapeutico e definirlo eutanasia è cecità pura. Alla sola idea di un cervello staccato dal corpo (come assodato da circa 14 anni) magari rimasto pure cosciente per tutto questo tempo divento matto. Non mi sorprendono le proteste dei cattolici, anche se questa volta non riesco proprio a prendere le loro parti (sì, a volte mi capita). Anche se posso in parte capire la posizione: la vita non è tua, è un dono di Dio, quindi non puoi farci quello che vuoi. Figurati se non è la tua ma quella di tua figlia.
Nel caso in questione tuttavia il parere della ragazza era noto, e anche se non lo fosse stato penso che un'attesa simile sia sufficiente per giustificare l'autorità paterna in merito. Ciò che è vergognoso è che l'autorizzazione venga data mediante una sentenza giudiziaria, che indubbiamente di caso in caso potrebbe anche essere errata - e da qui rimarco la necessità assoluta del testamento biologico, che tuttavia non verrà mai perché significherebbe qualcosa di molto simile a "la vita è mia e me la gestisco io", cosa che i cattolici non accetteranno mai. (E dico e ripeto: io sono uno di quelli che vorrebbe rimanere in stato vegetativo per tutto il tempo possibile, per quanto temo la fine della mia esistenza).
Però sono certo che la cosa non sia finita qui. I numerosi politicotti finto-religiosi, spinti dall'ansiogeno prurito di farsi belli all'audience (intenzionalmente uso un termine televisivo) cattolico, faranno a gara a sparare emendamenti, interrogazioni, severi moniti più o meno concreti - come d'altronde è già successo. E se il Vaticano insisterà a dovere, è probabile che il famoso vuoto legislativo venga sì riempito... ma con un bel decreto che sentenzi la non autorità in materia del potere giudiziario. Cosicché casi simili rimangano "irrisolti" e irrisolvibili. A vegetare, assieme agli sfortunati che loro malgrado ne sono protagonisti.

11 nov 2008

Il Fantacritico / 2 - "Hyperion"

Parliamo di fantascienza stavolta. Quella, in questo caso, che non piace al mio amico Guisito, ossia quella che disquisisce di massimi sistemi.
Mi riferisco al ciclo dei Canti di Hyperion, di Dan Simmons - autore di gialli, thriller, horror, fantascienza e fantastoria. Il ciclo in questione consta di quattro capitoli, ovvero Hyperion, La caduta di Hyperion, Endymion, Il risveglio di Endymion.
L'affresco è quello di una galassia molto grande ma al tempo stesso molto piccola - non esiste una sorta di iperpropulsione, ci si sposta per mezzo di navi interstellari dotate di meccanismi criogenici che consentono di viaggiare per anni senza risentirne. La Chiesa esiste ancora ed è fortemente radicata nella cultura intergalattica, pur essendosi trasferita su un pianeta tutto suo. Allo stesso tempo però sorge una nuova (terribile) religione, quella dello Shrike: essere leggendario, metallico e crudele che dispensa morte così come esaudisce desideri, per raggiungere il quale numerosi pellegrini approdano alla nuova Gerusalemme, il pianeta Hyperion. Il primo romanzo (premio Hugo '90) segue uno di questi pellegrinaggi, e si sviluppa alla maniera dei Racconti di Canterbury di Chaucer: ogni personaggio ha il suo personale dolore, il suo mistero, la sua storia da raccontare. Questo permette a Simmons di articolare generi tra i più diversi all'interno della medesima trama - il noir, l'intrigo, il fiabesco, il filosofico - intrecciandoli fuori tempo massimo in modalità davvero sorprendenti. Alle spalle di tutto ciò, l'opera di John Keats (che dà il nome a tutti i capitoli nonché ad alcuni dei protagonisti) reinterpretata secondo logiche visionarie e straordinariamente accattivanti. Può essere letto con attento studio delle citazioni o con la più sublime leggerezza, apprezzandolo sommamente in entrambi i casi.

Perdeteci un mesetto appresso, ne vale veramente la pena. Anche se non conoscete Keats (io l'ho approcciato dopo aver letto questi romanzi). Una delle creazioni più originali e al tempo stesso ben costruite e verosimili che abbia mai letto, paragonabile forse in questo al ciclo di Dune (di cui parleremo in futuro).

7 nov 2008

L'avrà scritto Silvio?

Riporto l'ultimo commento sul blog del New York Times, dopo 46 pagine di scuse da parte di italiani indignati per l'arguto "joke" del nostro battutista nazionale. Il topic è stato chiuso per eccesso di risposte e - probabilmente - per evitare flame, altrimenti avrei risposto direttamente lì. Emblematico, a mio parere, di quanto certi italiani (più del 51% pare) abbiano compiacentemente offerto il proprio cervello in pasto alle minchiate di Berlusconi.

I’m Italian (I apologize for my bad english),
e qui potrebbe benissimo essere Silvio
but I can assure that everything Berlusconi said wasn’t offensive in any manner!
E sono d'accordo! E' solo cretino...
He was only hoping for clear and profitable coopeartion between USA and Russia.
Sul piano del cabaret, probabilmente. Gli offrirà un posto a Zelig?
All the negative comments in this pages was inspired by a communist TV talk show aired in this moment by the public television (paid with public money).
perché è risaputo che la TV di Stato in Italia è in mano ai comunisti. Comunque, chissà di quale programma parla. Sicuramente se lo saranno già visto in tutto il mondo, è per questo che il cosiddetto "insulto" è su tutte le prime pagine internazionali. Come sono capillari queste TV comuniste!
Americans don’t be fooled by such communists which are interested only in hated and unproductive debates!
Dev'essere proprio genetico in effetti. L'Odio Sociale! L'Astio Atavico! L'Uso CRIMINOSO del mezzo televisivo!
Americas got rid of them a lot of time ago, I hope that they will disappear from Italy too :)
Da un pezzo che sono scomparsi... lo stesso non si può dire degli acari nella testa di taaanti elettori.

Detto questo, se chiunque legga si trovasse in accordo con l'autore di questo simpatico pezzo umoristico, sono ansioso di leggere i suoi commenti e cominciare uno dei nostri famosi "dibattiti improduttivi" ;)

PS Ma come si fa a dare dell'abbronzato a un nero, CRIBBIO. Ma che è, tuo fratello? Noo... è solo il Presidente della nazione più potente del mondo...

5 nov 2008

Il Denzel Washington della politica

Due righine dovevo scriverle pure io al riguardo: Barack Obama è il 44esimo Presidente degli USA, nonché il primo di colore - e di discendenza diretta africana.
Anzitutto auguri, ne avrà bisogno.
Secondo: d'accordo, è nero. Però a parte i simboli è comunque un politico, e se è arrivato lì ha già fatto i suoi compromessi, le sue alleanze, la sua gavetta. E' giovane, ma ha avuto tutto il tempo di fare l'esperienza necessaria e, probabilmente, sporcarsi il giusto. E' democratico, ma nell'entourage ha almeno un paio di GROSSI personaggi provenienti dallo staff di GW Bush (vedi Colin Powell).
Insomma io non vedo profilarsi quest'epoca di cambiamento che in molti strombazzano a destra e a manca. Sicuramente è un bell'animale mediatico, ma diciamo che per esperienza ho imparato a diffidare degli animali mediatici... anche se per carità non ci vedo proprio nessun'altra affinità con Silvio Nostro (che peraltro ha già assicurato che sarà prodigo di consigli per Obama, dall'alto della sua maggiore esperienza e saggezza).
Il Vaticano ha imposto la sua benedizione: "Che Dio lo illumini". Che a voler essere cattivi potrebbe essere visto come un meno prosaico "Che Dio ti fulmini!" qualora i rapporti dovessero incrinarsi. D'altronde non si (r)esiste da 2000 anni lasciando le cose al caso.
Su Il Giornale sono stati fino a ieri a dire "Speriamo che vinca McCain" (corredato di commenti vari dei lettori su quanto 'sti musulmani abbiano conquistato il potere nel mondo) per poi cambiare bruscamente strada oggi e sostenere, cosa che io peraltro mi sento in parte di condividere, che Obama essendo pragmatico farà una bella politica di destra o perlomeno di non-sinistra. Mi permetto di non essere sorpreso.
Veltroni cerca di rincuorarsi dicendo che se hanno cambiato di là possiamo cambiare pure di qua: mi ha tanto ricordato la maschera di sangue di Rocky Balboa di fronte a un plaudente Mikhail Gorbaciov nella memorabile sequenza finale di Rocky IV ("e se io posso cambiare, e se voi potete cambiare, allora tutto il mondo può cambiare!"). Un film, appunto.
Su tutti si erge il commento di Gasparri che ancora una volta ripaga la fiducia di chi l'ha nomimato capogruppo del PdL alla Camera: "Su Obama gravano molti interrogativi; con Obama alla Casa Bianca forse Al Qaida è più contenta" afferma in un'intervista al GR3. E sei un grosso. Grosso cosa, non lo dico però.

4 nov 2008

RAI. Di tutto, di più...?

C'è da farsi accapponare la pelle quando si leggono certe interviste di certi senatori. E' il caso di questa bella uscita a tutto campo di Marcello dell'Utri, noto parlamentare piddiellista nonché condannato in primo grado (ma non con sentenza definitiva) per concorso esterno in associazione mafiosa e condannato in Cassazione per frode fiscale. Beh? Sorpresi? No dai, siamo seri, ormai è chiaro che il Parlamento italiano rispetta un certo tipo di norme non scritte - se non sono luridi non li vogliamo.
Insomma cosa ci dice il nostro Senatore. Sull'onda dell'appello all'ottimismo di Berlusconi, e contro l'odio sociale propugnato dalle Sinistre, la parola d'ordine è una sola: basta coi musoni ai TG. Le notizie, diamine, bisogna dirle con un certo garbo - dirle, certo, per carità, non siamo mica in fascismo - ma magari in un contesto più sereno o, che dire, spettacolare. Il servizio pubblico ai cittadini questo glielo deve.
Quali saranno, mi chiedo, i prossimi passi? Proviamo a immaginare.
  1. Sottofondo di risate, stile Striscia la Notizia o commedie americane, per le notizie più cupe (così il popolo si rassicura);
  2. Inframezzare i temi un po' più pesantini con una bella selezione di gaffe da Paperissima;
  3. Selezionare le giornaliste e i giornalisti con un apposito programma estivo, condotto dal Gabibbo, che perlomeno assicuri che i candidati e le candidate siano in grado di prodursi in stacchetti sexy sul cubo e sorridere sempre, stile nuoto sincronizzato;
  4. Alternare notizie vere e spot pubblicitari camuffati da informazione, col duplice scopo di sfidare il pubblico a distinguere il vero dal falso (ricchi premi a chi le toppa tutte), e gravare meno sui costi dell'azienda RAI radiotelevisione italiana;
  5. A tendere: trasformare progressivamente i barbosi TG in frizzanti reality show, in cui giorno dopo giorno gli spettatori premiano (con un SMS) le notizie più divertenti e decidono loro stessi a quali temi dare maggiore spazio e quali invece eliminare, naturalmente con il controllo che si conviene ad una TV di Stato: ad esempio, non sarà possibile eliminare il Gossip e lo Sport.
Non so voi, ma io comincio a spaventarmi.

3 nov 2008

Par Condicio, che diamine

Prendo spunto da una sofferta riflessione mattiniera di Serena riguardo al sig. Sofri che scrive su due quotidiani di linee contrapposte, e mi soffermo su un altro tema: inizia oggi su Odeon TV, emittente italiana a diffusione nazionale, il programma Venerabile Italia. Niente da segnalare, se non fosse che a condurla è il fu Venerabile Maestro della Loggia P2, il sig. Licio Gelli. Il programma tratterà, per mezzo della Sua voce narrante, della storia d'Italia nell'ultimo secolo. Della serie: vi dico io com'è andata veramente (e c'è da credere che ne sappia molto più di noi, anche se qualche riserva sul fatto che ce lo racconti sul serio ce l'ho).
E giù polemiche di ogni tipo, vi linko questo articolo del Sole24Ore che contiene affermazioni illuminanti del suddetto Gelli alla conferenza stampa, e alcune reazioni politiche.
Quello che dico io è: perché no?
Cioè... sono decenni che permettiamo a Sofri di parlare attraverso quotidiani, politici, uomini di spettacolo, trasmissioni televisive nazionali (direttamente o indirettamente) e addirittura un gruppo di mentecatti l'ha votato come Presidente della Repubblica Italiana e dovrei scandalizzarmi perché un'emittente di limitata importanza ritaglia uno spazio pure per il Gran Maestro? Sono certo che, almeno a giudicare dalla produzione letteraria, Gelli non abbia nulla da invidiare a Sofri sul piano della cultura (anzi, l'ultima puntata della trasmissione ci illuminerà pure sul Gelli-poeta, proposto per il Nobel dalla Repubblica Popolare Cinese lo scorso anno - !!!!!!) quindi non mi venissero a dire che Sofri merita più di Gelli.
...capitemi, è una provocazione dettata dalla tristezza. Come ho già scritto da Serena, questa è la realtà italiana: i criminali di ieri, che abbiano scontato la propria pena o no, forgiano la (molle, mollissima) opinione pubblica di oggi e di domani.
PS: Per chi non sapesse cosa hanno in comune questi due signori, sappiate che sono stati entrambi condannati in via definitiva per crimini abbastanza interessanti (omicidio Calabresi e condanne sparse di Gelli).

31 ott 2008

Provocazioncina

Per la gioia di Gianrico, veloce commentino sulle ultime esternazioni vaticane in tema di sacerdozio e psicologia. Linko anche l'articolo di TGCom per maggiore chiarezza (e ho detto tutto).
Insomma si conferma che i sacerdoti froci proprio non li vogliamo. Non mi va, sul momento, di approfondire il tema secondo cui tra le "gravi immaturità" viene identificata anche la "tendenza omosessuale fortemente radicata". Però mi chiedo e vi invito a riflettere: possibile che, nel momento in cui io aspirante prete fr... d'accordo, GAY, dico: ma che vi frega se preferisco l'uccellino alla farfallina, dopotutto mi sto impegnando a rinunciare sia all'uno che all'altra! mi viene risposto: eh no, se ti sogni di fare la locomotiva nei trenini sei patologicamente immaturo, dovresti invece farti le fantasie con le donne vestite di pelle e i frustini e allora sì che è vocazione vera.
Chiaramente esagero. Però nella lista dei "contro" le perversioni sessuali etero io non ce le ho trovate.
Facendo però un parallelo col fatto che, come risaputo, solo i Maschi possono accedere al sacerdozio, forse ho trovato la risposta: fare il prete è roba da MACHO. Yeah.

29 ott 2008

Sporchi bianchi (e bianche)

Cominciano a scomparire dai giornali certe notizie. O ad essere dirottate sulla versione locale, e comunque di certo non le si trovano più in prima pagina. Così per scovare l'ennesimo episodio grave di razzismo a Roma sul WEB ho dovuto cercarlo su Google, dopo averlo letto stamattina su un quotidiano gratuito.
Ti credo che i Blog li vogliono assimilare alla stampa comune... è inutile fare tanta fatica a far scomparire le notizie scomode e preoccupanti se poi il primo cretino con l'accesso al famigerato uòrlduàiduèb ti vanifica tutto con due righe, magari pure indignate.
Mi concentro un attimo sulla notizia in sé. La Repubblica (di Roma) ci parla di fratellini egiziani, mi viene subito da fare una precisazione: sono tre (o quattro, a seconda di chi dà la notizia) fratellini italiani. Con cittadinanza e tutto. Figli di egiziani, d'accordo. Scuri di pelle? Scuri di pelle. Due ragazzi e una ragazza, 14 anni il maggiore. Prima intercettati sull'autobus, poi seguiti fino alla fermata del trenino Roma-Pantano, infine circondati e malmenati (10 giorni di prognosi per il maggiore) da questa banda di minorenni. Sinceramente me ne frego se siano volati o meno i soliti "sporco negro" tanto indispensabili alle nostre questure per configurare l'aggravante xenofoba. So solo che ormai ce n'è una a settimana. Tenendo presente che, come ripeto, questo genere di notizie tende a scomparire dai quotidiani più letti. A proposito, qualcuno ne ha sentito ai vari TG nazionali?
E queste sono le vicende che sfociano nel "fattaccio". Non oso pensare quanti episodi più sottili, più contenuti, più silenziosi si snocciolino di giorno in giorno nelle scuole e per le strade. Non mi sembra il trend di una bolla razzista limitata nel tempo, contingente e destinata prima o poi a scoppiare nel nulla: è qualcosa che tende a sfociare nella normalità. Più si va avanti meno ci si fa caso, a livello di opinione pubblica.
Concludo con un appunto sulle pari opportunità che fa ben sperare: nella banda di stronzetti ariani c'era pure la quota rosa. E poi dicono che non ci stiamo adeguando alle medie europee...

24 ott 2008

Cari Blogger, ci siamo visti

Telegrafico per segnalare questa chicca. Un blog oscurato, il suo autore condannato a pena pecuniaria, perché...? Perché secondo il magistrato si configura il crimine di Stampa Clandestina. In pratica, se scrivete su un blog con una certa periodicità e a scopo di informazione, dovete sottostare alle leggi di regolamentazione della stampa dei quotidiani, e registrarvi.
In realtà questo signore probabilmente dava fastidio ai politichetti locali che hanno incaricato un bravo magistrato di trovargliene una buona per farlo chiudere.
Ma non commento oltre... Commentate voi, miei cari.

20 ott 2008

Ero l'Uomo Ragno

Trattasi del sogno di stanotte. Ero l'Uomo Ragno. Non Peter Parker e quindi l'Uomo Ragno, bensì me stesso, e anche l'Uomo ragno.
Però, per qualche motivo del cavolo, ero senza poteri. Cioè, uno si immagina: che bello, sogni di essere l'Uomo Ragno e sfrecci tra i grattacieli con l'ausilio di resistentissime ragnatele. Invece no, porca pupazza. Ero un Uomo Ragno inutile, senza poteri. Che culo, eh?
Ma non ho ancora raggiunto il massimo, aspettate che vi dica il resto: ovviamente tutta la polizia del mondo era sulle mie tracce, compresi Corpi Speciali, CIA, KGB, GRU, SS. Cioè, sulle tracce dell'Uomo Ragno, per essere precisi. Gente con elmetti speciali e armi ancora più speciali. Non avevano scoperto la mia identità segreta, ma erano in possesso di sofisticatissimi strumenti per scovare e braccare l'Arrampicamuri, cioè io. Il sogno inizia con questo simpatico bagaglio culturale, e con la notizia in diretta al TG che proprio in quel momento sarebbero state scoperte le tracce del criminale, cioè io. E mi salta il cuore in gola nel constatare, attraverso le telecamere, che 'sti benedetti Corpi Speciali sono a due isolati da casa mia. Panico, panico, panico! Scappa scappa scappa! Già li sento che circondano l'appartamento. Guardo fuori dalla finestra: eccerto, figurati se potevo stare a casa mia a Roma nel mio bel piano rialzato tanto rumoroso ma così facile da abbandonare per vie alternative... No, saranno almeno una ventina di piani quelli che vedo sotto di me, e siamo chiaramente a New York in mezzo ai grattacieli. Uno scenario perfetto per l'Uomo Ragno insomma. Cioè io. Se non fosse che non avendo il super-salto, i super-riflessi, le mani e i piedi appiccicosi, e soprattutto manco l'ombra di un lanciaragnatele, sembra più lo scenario perfetto per un Uomo Frittata - cioè sempre io - sul marciapiedi.
Che fare? Innanzitutto salvaguardare l'identità segreta, se no poi Manu ed Ele chi se le sente: apro il cassetto dell'armadio e, come previsto, c'è il mio bel costumino rosso e azzurro. SBAM! sfondano la porta, dannazione, non c'è tempo per vestirsi del tutto: almeno la maschera in volto, cazzarola. E invece li sento nel corridoio e vengo preso dal panico, VIA! e la maschera me la metto in tasca, la indosserò appena ho un attimo. Via, sì, ma dove? Ahimé, una sola via d'uscita: la finestra. Con un balzo molto umano raggiungo il cornicione, e mi giro verso l'interno dell'appartamento: ecco gli elmetti trasparenti, ecco i fucili a reazione. Ecco i signori che vogliono mettere in gabbia il vostro amichevole Uomo Ragno di quartiere (cioè io).
(A questo punto i miei ricordi si fanno confusi, è passato un bel pezzo dall'intermezzo onirico, ma proverò a ricostruire dai brandelli che mi sono rimasti).
Provo a spostarmi lungo il cornicione, senza guardare giù. Non ho vertigini, e ci mancherebbe altro, sono anzi ero l'Uomo Ragno. Se perdo l'equilibrio divento l'Uomo alla Bismarck ma un eroe fa ben altri pensieri. Per esempio, come cavolo me ne esco da questa situazione. Specie se quegli "Eccolo!", "Prendetelo!", "Addosso!" che arrivano da dentro il mio ormai ex-appartamento non sono precisamente cortesi inviti ad una serata di gala. E allora mi decido: cazzarola, non avrò più i poteri ma riuscirò pure a saltare un paio di metri da un cornicione all'altro. E via, senza pensarci troppo: ZOMP! Bene il primo. Vai, secondo salto, un po' più difficile: ZOOMP! Bene! So' un grosso. Vai col terzo e via verso la libertà: ZOOOOOOOOO...
Il ...MP non lo farò mai. Cado nel vuoto, ho fatto il passo più lungo della gamba ovvero un salto molto più lungo delle mie umane capacità. Più che l'Uomo Ragno mi sembro Rat-Man ("Fletto i muscoli, e sono nel vuoto"). Da un grande potere derivano grandi responsabilità, d'accordo, e invece da un potere piccolo se non inesistente? Che deriva? un gran botto?
Mi aspetto di cominciare a veder scorrere la vita davanti agli occhi, e invece il mondo si ferma. Si ferma, e dondola dolcemente. Embe'? Embe', se non è deus-ex-machina questo... sono imbracato in una ragnatela. Guardo in alto e vedo che dal tetto del grattacielo vicino scendono due robusti fasci di tela grigia, sullo stile dei miei. Mi tirano verso l'alto come un sacco di patate, e constato che la legittima proprietaria della tela è una ragazza col volto di falco e un impermeabile grigio, abbarbicata alla parete come avrebbe fatto l'Uomo Ragno (cioè io) se avesse ancora i suoi poteri. Mi fa un sorriso strano, io non faccio domande, mi deposita sul tetto. Poi corre verso una porticina e perlomeno non faccio domande cretine: la seguo. La cosa strana è che ha delle mani lunghissime, che finiscono a punta (come manco quelle del Nosferatu originale).
Quando apre la porticina, mi trovo davanti a una ventina e più di persone. Sono tutti vestiti con degli impermeabili, hanno tutti la stessa espressione e - soprattutto - le stesse mani - di lei. Finalmente prendo coraggio e faccio la mia domanda cretina:
"Siete tutti ragni?"
E loro mi sorridono. Io, che sono quello originale, mi sento pervadere - ve lo giuro, la sensazione ancora me la ricordo - da un calore animale e da un entusiasmo come pochi, e quando si muovono emanando sicurezza li seguo senza indugi: so che sta per cominciare la RISCOSSA. Non so con chi, verso chi o perché, ma è bellissimo ugualmente. Arrivano i Nostri.
Magari mi direte ecchissenefrega, però mi è rimasto impresso e ci tenevo a buttarlo giù da qualche parte.

15 ott 2008

Il Fantacritico/1 - "Nessun Dove"

Inauguro oggi una nuova rubrica di pubblica utilità. La rubrica è quella delle recensioni del fantasy letterario. Ora, se non leggete fantasy e non volete cominciare fa niente, buonanotte. Al contrario, vi chiederete: perché di pubblica utilità?
E' presto detto...
Il fantasy è un genere letterario notevolmente bistrattato da critica e lettori "seri", come lo era una volta la fantascienza (quest'ultima non lo è più perché purtroppo non esistono più scrittori di fantascienza, SOB). Il bello è che ci sono parecchi buoni motivi per criticare il fantasy, che non sia un superficiale "è solo un mucchio di sciocchezze per bambini". Purtroppo un buon novanta per cento della produzione letteraria in tal senso è spazzatura, pubblicata per una serie di motivi che molto hanno a che fare con ragionamenti aziendali e poco con la buona narrativa. In questo senso, lo stretto collegamento tra il genere e i giochi di ruolo è a un tempo positivo e deleterio: positivo, perché ha il merito di avvicinare molti giovani e giovanissimi alla lettura; deleterio, perché questi stessi te li convince di avere a che fare con della buona letteratura, solo perché non hanno mai avuto modo di inciampare in un Poe, in un Lovecraft, in uno Stoker o in una Shelley (per non allontanarci dal genere fantastico).
Essendo un appassionato del genere, mi capita spesso di rimanere deluso, anche perché dopo l'uscita nei cinema della trilogia di Peter Jackson sul Signore degli Anelli c'è stato un vero e proprio boom del genere fantasy in letteratura, nel senso che tutti i ragazzini sono diventati scrittori, quasi sempre non avendone le capacità. Ma dato che si vende, chi sono io Casa Editrice per mettermi di traverso? Venghino siori venghino.
Dunque nella mia affamata ricerca, ogni tanto mi imbatto in qualcosa di a mio parere davvero meritevole, che per motivi d'inflazionamento non riceve l'attenzione che gli spetterebbe. Ed ecco lo spazio giusto per segnalare questi casi, sperando di dare il mio seppur minimo contributo alla riabilitazione del genere.
Cominciamo da un autore universalmente riconosciuto, fumettista di razza, sceneggiatore e scrittore: Neil Gaiman. Al di là del sopravvalutato Stardust, porto alla vostra attenzione quello che a mio parere è un vero gioiellino di letteratura fantastica, dal titolo Nessun Dove (Neverwhere).
La storia si svolge a Londra, e in gran parte nell'Underground londinese. Si immagina che le fermate del metrò esistano non solo nel mondo reale, ma anche in una realtà alternativa che con la nostra si incrocia e si permea, concretizzando quelle che da noi sono solo metafore o nomi evocativi: per fare un esempio, la fermata Earl's Court diventa una vera, tangibilissima Corte del Conte. E potete immaginare Knightsbridge... In questo mondo particolarissimo si muovono i protagonisti della storia, la piccola Porta (anche questo nome ha un motivo e una realizzazione) e il suo involontario salvatore umano, che dovrà accompagnarla in una classica cerca (quest).
Perché leggerlo? Innanzitutto perché Gaiman è un vero funambolo della visione e in ogni sua opera riesce a presentare scenari incredibilmente vividi, originali, a metà tra il mondo reale e quello onirico. Poi perché possiede uno stile narrativo coinvolgente e misurato al tempo stesso, capace di precipitarvi a capofitto nella trama senza che ve ne rendiate contro. E poi, il mondo di Nessun Dove è assolutamente geniale: la parola che si fa sostanza. La metafora che diventa vera. I personaggi oscillano tra il folle e il grottesco, apparire può significare essere, oppure essere l'esatto opposto di ciò che si sembra; insomma, non voglio produrmi in pericolosi spoiler quindi trovatevelo (è edito da Fanucci) e leggetevelo ;)

14 ott 2008

Mondi paralleli...?

Guardavo la parete con occhi commossi e mi sentivo più giovane. Tornavo ai miei trent'anni, e a quel giorno di breve gloria. Gli occhi di mia figlia, ancora piccola, che mi guardavano stupiti mentre io la indicavo e le dicevo "Per te, tesoro, per te". Emma che mi sorrideva piena di orgoglio, e tutto il quartiere intorno che batteva le mani, mentre l'assessore Costanzo me La consegnava.
La Spranga d'Oro. Il simbolo della mia gioventù andata. Ma dopotutto non ho nulla da rimpiangere.
Fortunato il genitore che riesce a vedere nel proprio figlio il realizzarsi delle sue aspirazioni più sfrenate. E Arianna in soli diciassette anni ha fatto di più di quanto io e la madre avremmo mai potuto immaginare. O realizzare, se è per questo...
D'altronde, era predestinata già nel nome. A dire il vero io avrei voluta chiamarla "Ariana", ma quel giorno Emma mi fece promettere che l'avrei messa al riparo da improbabili ritorsioni rosse nel futuro... e a malincuore, davanti all'ufficiale dell'Anagrafe, feci aggiungere quella "n" di troppo.
Mi stacco dalla teca con la spranga e la dedica del sindaco, che allora era Alemanno II, e di nuovo non posso evitare di essere sommerso dai ricordi. Vinsi il titolo spaccando la testa ad un immigrato, durante quella che una volta si chiamava semplicemente Ronda Notturna - perché io e gli altri Controllori non eravamo visti di buon occhio. Ci perseguitavano.
Non ero mai stato particolarmente veloce, dicevo, ma in quell'occasione misi le ali ai piedi - anche grazie alle anfetamine, a dire il vero. Una piccola vergogna da custodire in me stesso: a quel tempo non c'erano i controlli antidoping che fanno adesso durante la Caccia al Negro, e comunque sono convinto che a volte certe sostanze servano solo a tirar fuori quello che Dio ti ha già messo dentro. Come dice la pubblicità della Gnocca Cola.
Poi qualcuno cercò di guastarmi la festa sostenendo che l'immigrato ce l'aveva eccome il permesso di soggiorno, che non era clandestino. Ne parlai, un po' spaventato, con Alfio, dopo aver letto il trafiletto su quel giornale di regime. Regime... lo dico e non mi sembra vero. Che solo quindici anni fa le cose fossero così diverse da adesso. Il mondo in cui la mia piccola Ari muoveva i primi passi, così buio e ostile e cristallizzato nelle ragnatele conservatrici dei comunisti. Respiro l'aria climatizzata di casa mia, e mi sembra di sentire la libertà che mi permea le narici.
Mi riscuoto, e mi sovviene il motivo per cui sono passato dall'ingresso: lo spumante. Scendo la scaletta e infilo la porta della cantina.
Sulla sinistra, le bottiglie per le grandi occasioni. E questa lo è, cribbio. Arianna promossa coordinatrice di una Squadra Antinegro già a 17 anni... La più giovane a Roma! Prendo per il collo un'ottima Moet & Chandon del 2004, prestando attenzione a non scuoterla troppo, e faccio per risalire, quando mi cade l'occhio su una vecchia foto, lì sul vetro della credenza impolverata che fu dei miei nonni e poi dei miei genitori. Io e Alfio. Alfio ed io. In piedi, giovani, sorridenti, con le spranghe appoggiate sulle rispettive spalle. Fatico per impedire a una lacrimetta di rigarmi la guancia. E mi ritornano in mente le sue parole di fronte alla mia preoccupazione: "Tranquillo Alessa', tanto quella minchiata non se la legge nessuno. E tempo due giorni scompare da tutti i giornali". "Ma... e se aprono un'indagine?". E lui, me lo ricordo come fosse ora, aveva sorriso come se avessi detto la più grossa delle stronzate. "Alessa', ma quando imparerai come va il mondo? Se non sta sui giornali non esiste". E mi aveva dato una pacca sulla spalla, e io avevo provato l'ennesimo, enorme, moto di riconoscenza nei suoi confronti. Era come un fratello maggiore. Lo abbracciai così, d'impulso, d'un abbraccio fraterno... e lui si ritrasse con violenza. "Ma che, sei frocio?" non disse, ma a giudicare dallo sguardo sicuramente lo pensò. La vergogna che provai mi costrinse ad andarmene senza dire una parola...
Mi chiamano. Mi sto perdendo dietro ai ricordi, mi accade spesso ultimamente, forse perché i successi di mia figlia mi ricordano che sto invecchiando. Risalgo in fretta con la mia bottiglia di champagne stretta in mano, cercando di scacciare il sentimento negativo del ricordo di Alfio e provando a recuperare un po' di commosso orgoglio paterno. Di là in sala da pranzo si chiacchiera piacevolmente, e le voci dei familiari mi scaldano a dovere. La mia comparsa desta un nugolo di "Finalmente!" e facce fintamente esasperate, per prima quella di Emma che agita il bicchiere: ha già il naso rosso, non è decoroso per una mamma - mi capita di pensare. Poi guardo Arianna, che probabilmente ha bevuto almeno il doppio di sua madre ma siede lì, perfettamente controllata, lo sguardo glaciale che sonda il tavolo, le labbra sottili ma ben disegnate strette in un sorrisino beffardo. A volte penso che se non fosse mia figlia, non avrei difficoltà a formulare... pensieri impuri. E' così bella, orgogliosa, marziale, mentre sfoggia il suo tatuaggio nuovo sull'avambraccio. Mi chiede la bottiglia: vuole aprirla lei. Gliela cedo volentieri, non sono mai stato bravo col cavatappi. Ari invece lo usa come tutti gli altri strumenti: con eleganza e competenza.
Alla TV intanto comincia il discorso alla nazione del Presidente, e ci giriamo tutti verso di Lui. Nonostante sia il secondo clone, sembra sempre lo stesso di trent'anni fa, quando iniziò la sua lenta opera di restaurazione della libertà in questo Paese. Le sue parole come sempre ci illustrano con chiarezza il bilancio del ventitreesimo anno di illuminata Presidenza, e annunciano gli obiettivi del prossimo: promuovere l'istituzione di Squadre Antinegri, Antirom e Antifroci anche negli stati gemellati di Francia e Austria, esportando temporaneamente i nostri migliori talenti - e qui provo un tuffo al cuore: Arianna all'estero? poi l'amore paterno ha la meglio: è per la sua carriera, il suo futuro - e un ingegnoso nuovo programma per lo smaltimento delle carceri, del quale non ci anticipa tutto per non rovinarci la sorpresa: ma pare che avrà a che fare con la ricerca scientifica. Solo un genio come lui riesce a trasformare un problema gravissimo in un input per risolverne un altro. Una donna bellissima, non ricordo se la sua segretaria o la Ministra della Conservazione della Razza, gli porta un foglio scritto a mano. C'è la sua ultima poesia. Attorno al tavolo, ci stringiamo tutti le mani in attesa di ascoltarla...

10 ott 2008

Progressi Verbali

Dunque, dovete sapere che la piccola criminale parla. Insomma, ha detto "mamma". E dice anche un'altra cosa che potrebbe/dovrebbe essere "acqua" ma suona come "cacca". Ma non siamo pignoli.
Il fatto è che la signorina, figlia di cotanto padre e come poteva essere altrimenti, dimostra anche un non comune senso dell'umorismo. Insomma l'altra sera le stavamo per fare il bagnetto, lei guarda il livello dell'acqua che sale nella vaschetta e come suo recente uso, dichiara: "ca-cca". Al che io e la madre ci guardiamo, sorridiamo, e poi con decisione ci dedichiamo all'alfabetizzazione della giovane sgrammaticata: "A-cqua!". Lei ride e ribadisce: "Ca-cca!". Noi parimenti ridiamo, ma la pazienza ci è alleata e replichiamo con vigore: "A-cqua amore, a-cqua". Lei ancora ilare risponde a tono: "Ca-cca!". A quel punto può darsi che dalla voce del papà traspaia un pochino di esasperazione perché al mio successivo e più marcato "A-CQUA!" la piccola tace. Ci guarda, stavolta seria, con quegli occhi blu, e sembra perplessa. Secondi dopo, stavolta con un fil di voce e più che altro tra sé e sé: "ca...cca?".
Ma il massimo l'ha raggiunto stamattina. Dovete di nuovo sapere che il papà, per quanto sia universalmente riconosciuto come persona molto paziente e molto pacata, sta un tantinello rosicando che questa da tre giorni dice "mamma" ma di "papà" nemmeno l'ombra. Così, casualmente, ogni tanto me la prendo da parte e la bombardo delle sillabe adatte all'uopo. Stamattina in bagno mi sono messo di tigna, io in piedi e lei seduta sul fasciatoio (lungo ormai la metà di lei): "Pa-pà!".
E lei: "Mbamba!". Rido, e insisto: "Papà!". Lei ride di rimando: "Mbamba!". Un po' più serio: "Papà!". Lei più chiara: "Mamma!". Mi arrivano le risate cattive della suddetta mamma. Le faccio un sorriso che sembra una ghigliottina e ripeto per l'ultima volta: "PAPA'!". Ele sgambetta, e chiama la mamma.
Mormorando parole impronunciabili di fronte ad una bimba, me ne vado al lavoro.

6 ott 2008

Case di parole

...sono quelle in cui vorrebbe farci vivere quel gran volpone di Paparatzy.
Io non sono del tutto scemo, e di certo lui non lo è nemmeno un po'. Quando leggo certe esternazioni, da buon dubitatore, mi chiedo sempre quale possa esserne il reale intento. Si parla dell'affermazione per cui " solo la parola di Dio è solida, tutto il resto prima o poi crolla" riferito all'attuale crisi dei sistemi bancari internazionali.
Da subito mi sono detto, povero ingenuo: ecco, la solita estremizzazione cattolica. La solita ricerca di significati ancestrali in eventi ahimé fin troppo umani e concreti. E invece.
Già che il capo di uno Stato che, in proporzione al proprio territorio, è il più ricco stato sovrano di tutto l'Universo conosciuto, mi venga a dire che i soldi contano nulla, mi pare di per sé un controsenso. E ci siamo. Non metto in ballo il comportamento storico del Vaticano, proprio in relazione all'accrescimento del proprio Tesoro - che non è proprio tutto frutto di offerte - se no non ce ne usciamo più e spariamo sulla Croce Rossa.
Il fatto è che la parola che mi è venuta in mente dopo averci rimuginato sopra un pochino è un po' forte: sciacallaggio. Mi sembra che qui si speculi sulle paure delle persone. Un richiamo forte ai veri valori, perché altrimenti... altrimenti cosa?
Una volta ti dicevano: Pentiti, ché la fine del mondo è vicina!. E tutti a pentirsi, hai visto mai che veramente dopodomani cominci il Giudizio Universale, e tu sei ancora lì con la fedina sporca. Il bello è che molto spesso pentirsi voleva dire, in questi tenebrosi paraggi di Basso Medioevo, fare significative offerte e donazioni all'unica vera Chiesa. (Sì, di quella cosa, il denaro, che in fondo in fondo è talmente poco solida che da un momento all'altro sparisce e quindi è meglio affidarla da subito a mani più capaci e illuminate).
Adesso quale può essere il ricatto morale? Adesso che difficilmente qualcuno crederà che la fine del mondo si stia approssimando, adesso che quasi più nessuno è spaventato dall'Inferno (anche se recentissimamente ci hanno ricordato che esiste eccome)
Senza voler essere troppo brutali, diciamo che sono un fervente cattolico, anzi sono cattolico ma non fervente. Magari spaventato, un po' come tutti, dai pessimi chiari di luna finanziari del periodo. Il capo supremo del mio culto interviene e invece di dirmi, che so, non preoccuparti, peace & love for ever, mi dice ECCO, IO VE L'AVEVO DETTO. PENTITEVI O FINITE MALE!. E io? richiamato all'ordine, magari la prossima volta che dovrò votare in un referendum tanto per dirne una sull'aborto o tanto per dirne due sull'eutanasia, mi ricorderò queste parole di fuoco e metterò la mia crocetta nel quadratino più rassicurante.
Contento che la mia casa in Purgatorio, o se proprio mi dice culo in Paradiso, non la dovrò pagare con un mutuo di vile, inutile e soprattutto volatile denaro.

25 set 2008

Povera scuola

Due righe sulla sentenza della Cassazione che condanna le minacce di bocciatura. Classico esempio a mio parere di "cattiva applicazione della legge". Mettendo da parte una denuncia e una condanna probabilmente sacrosante: riassumendo, la famiglia di uno studente ha fatto ricorso perché un professore di liceo minacciava di bocciare gli alunni che non si sottoponevano alle sue ripetizioni. Ricatto bello e buono, non è la prima volta che lo vediamo, indignazione legittima. E qui, quando tutto sembrava già detto e scritto, entra in gioco la creatività con velleità pseudo-psicoanalitica di chi ha scritto la sentenza, che ci parla di "libertà morale" dello studente lesa da "l'ingiusta prospettazione di una bocciatura" da parte del docente, che tra l'altro è "idonea a ingenerare forti timori". Da un caso lampante, una sentenza ambigua e generica. Perché un semplice "Se non studi ti boccio", con tutte le sue varianti, a questo punto rientra nella casistica. E quel sano terrore che, almeno ai miei tempi, ti spingeva a studiare un po' di più, ce lo giochiamo. (OK, mi direte che non dovrebbe essere necessario terrorizzare la classe per ottenere buoni risultati. Vi rispondo che lo sapete voi e lo so io che non è mai stato, non è né mai sarà così). Professoroni Padroni, dice un commentatore della notizia sul Corriere? Maddeché? Il corpo docente oramai deve stare attento pure a non respirare troppo forte, casomai svegliasse gli studenti e venisse accusato di turbativa della quiete mentale degli alunni. E la cosa comincia fin dalle elementari.
Tutto il sistema scuola si basa, per forza di cose, sull'inviolabilità del giudizio degli insegnanti. La pericolosa direzione che da un pezzo abbiamo imboccato è quella di metterla in dubbio, alla De Filippi maniera. Poi è chiaro che ci sono le eccezioni e in presenza di prove inattaccabili anche l'insegnante deve essere messo in discussione e severamente bastonato, se necessario. (In senso figurato).
Il fatto è che è difficile giudicare l'operato di un insegnante, e molto facile metterlo in dubbio. D'altronde è uno dei mestieri più difficili (e importanti) del mondo.
Non c'entra niente ma la butto lì... per il ciclo i disastri della psicologia mannaggia a chi se l'è inventata. Finalmente una sentenza (come sempre a coprire i vuoti legislativi, ma quanti ne abbiamo) della Cassazione che consente ad una coppia di adottare, per il proprio figlio, il cognome materno anziché quello paterno. Finalmente ci allineiamo al resto d'Europa. Ma, c'è un ma... attenzione che è già spuntato l'illuminato esperto di psicologia infantile del caso ad ammonirci che il povero bimbo in questo modo perde l'identità di famiglia. L'articolo è su Metro di oggi, non lo sto trovando in rete. Figurati in Spagna, che li mettono tutti e due i cognomi... generazioni e generazioni di squilibrati che non distinguono la destra dalla sinistra!
Ma perché continuiamo a farli parlare, questi?

23 set 2008

BLEAH

Travaglio come a volte accade dà voce alle mie ruminazioni di qualche giorno fa. Ascoltatevelo perché merita. Olmert, premier israeliano, si dimette solo perché è indagato (per finanziamenti illeciti, una minchiatina rispetto al Nostro) e noi in Italia c'abbiamo Silvio che oltre ad essersi fatto la legge per diventare untouchable, continua a ostacolare il processo Mills come può. E i giornali vanno dietro all'avvocatina implume (che non c'entra nulla, beninteso) che per un giorno ha difeso Berlusconi e quindi fa tanta tenerezza, invece di denunciare i due avvocati parlamentari che si fanno in quattro per boicottare le udienze. L'articolo "vero" almeno sul Corriere è uscito, ma mi era in un primo momento sfuggito perché come al solito tra i più letti ci sono quelli di gossip, tipo chi è l'accompagnatore mascherato di Pamela Anderson o la fotogallery delle veline o, appunto, l'emozione dell'avvocatessa giovane e carina che difese il premier d'ufficio.
PS Sempre per il ciclo letture edificanti, beccatevi questo articolo gustosissimo sul Corriere di oggi. Non so chi l'abbia scritto ma costui o costei è veramente un grosso.