11 lug 2008

Che avevano fumato i giudici?

E dunque il signor rasta, in possesso di una quantità di erba decisamente superiore a quella stabilita dalla legge per il consumo personale, è stato assolto. Questo perché, sostiene lui in accordo coi giudici, la sua religione "prescrive" la marijuana come erba medicativa. Il che peraltro è vero.
Precedente mostruoso creato da 'sti geni della Cassazione: vorrei sapere per quale motivo domani io - che uso andare in giro con due chili di droghe varie - non potrò dire che la mia particolare filosofia impone di raggiungere stati catatonici e meditativi almeno una volta al di'. Magari coi funghi, col peyote. E perché non la cocaina? Sono uno Sciamano. Un Santone. Un Guru. Embe'? Che volete? Che facciamo, vogliamo discriminare la mia personale filosofia ma che dico filosofia, sistema dogmatico ma che dico sistema dogmatico, religione in favore di altre più blasonate correnti di pensiero? Se volete, guardate, chiamo pure mia madre mia sorella e mia zia, e mi voglio rovinare pure mio cognato che non è consanguineo: i miei seguaci. Tutto regolare. Potrei persino aggiungere che in quanto sciamano, io ho il dovere di distribuirla ai miei adepti.
Ma Zio santo. C'è una minchia di legge? Possibile che la nostra tanto bistrattata giustizia faccia di tutto per prendersi in giro da sola? Che poi, attenzione: non è che se rispetti la legge ti si impedisce di seguire i dettami della tua religione rastafariana. Semplicemente ti sto dicendo che non devi portartene appresso più di un tot (un ventesimo di quella trovata addosso al ragazzotto).
Che poi il merito legislativo in materia sia un coacervo di incongruenze e compromessini per non scontentare nessuno o quasi, è assodato. Tanto per dirne una, ho sempre pensato: ma se io ho il diritto di tenerne in casa un po' per uso personale, però tu non hai il diritto di vendermela, ma dove cacchio l'avrò trovata io quella che ho in casa? Caduta dal cielo tipo manna? L'ho coltivata? E in questo caso, devo stare attento a non farne crescere troppa? Eh sì perché tra le altre cose esistono due sentenze opposte della Cassazione, 2007 e 2008, che da una parte consentono la coltivazione domestica e dall'altra la proibiscono.
Questo accade quando il potere legislativo si fa le canne (per l'appunto) e lascia voragini "interpretative". Di conseguenza l'esecutivo si astiene, e quando le cose arrivano al giudiziario ognuno fa un po' come gli pare.
Continuo a rimanere dell'idea che sarebbe molto più facile se la si vendesse (almeno) in farmacia.

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